Recitiamo il SS Rosario per i condannati all'aborto (Misteri della Gloria)

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Con il Battesimo e con il Rosario, Gesù, ante et post partum, è il Sacramento dell’incontro nostro con Dio dal concepimento a morte naturale. Perché la “Vita buona del Vangelo” e i diritti umani iniziano “non fuori” ma “nel grembo” con il concepimento della persona (Catechismo della Chiesa Cattolica 2319).

Viaggiando o navigando, un Rorsario per i bimbi cui viene impedito di nascere

L’esecuzione abortiva della condanna a morte contro un innocente, per giunta proprio figlio annidato nel grembo materno, è ad ogni livello un crimine senza pari. A causa di molteplici circostanze non solo economiche e demografiche, ma soprattutto politiche e pseudoculturali, il grembo della madre, oggi, è il posto meno sicuro per un essere umano, indifeso e non autosufficiente. Occorre perciò “organizzare la speranza” con ogni mezzo lecito e, conoscendone la potenza, “usare” anche il Rosario di Maria: affinché non venga più ulteriormente elusa la “urgenza umana e civile” di un rimedio politico contro l’immane flagello dell’aborto, a cui oggi, nonostante le grandi difficoltà,   Stato e Chiesa, laici di buona volontà e credenti di ogni popolo e nazione, possono per rispettiva competenza offrire la loro solidale, valida collaborazione. Inoltre sul piano specifico della fede e della ragione, della Bibbia e della scienza, occorre organizzare la speranza per discernere se, in base al mandato di battezzare dato da Gesù e alle solite condizioni stabilite dalla Chiesa, non siano da includere tra i destinatari battezzandi anche i bambini che, nel grembo materno, per malattia o aborto vengono destinati a non nascere più. Conoscendo la potenza del Rosario, imploriamo la misericordia divina e l’aiuto della Vergine Maria: che proprio per i peccatori fu concepita immacolata nel grembo materno di sant’Anna, in virtù dei “ meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano”; genere umano a cui in quanto persone e per diritto di natura, fin dal loro concepimento, appartengono pure i non nati condannati all’aborto, portatori anch’essi, fin dal loro concepimento, degli stessi diritti dei bambini già nati e come loro “ soggetti capaci” di ricevere nel grembo materno il Battesimo, “via ordinaria di salvezza” e sacramento “efficace” della fede amministrato dalla Chiesa per mandato divino dello stesso Gesù. - «A dire il vero, anche le sue azioni hanno valore di comando, perché mentre silenziosamente compie qualcosa ci fa conoscere quello che dobbiamo fare» (san Gregoreio Magno, papa, Omelia 17, cfr “Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano, Ristampa 1993, IV, 18 ottobre, Festa di san Luca Evangelista, Seconda Lettura) -.

                             Nel Rosario, l’enunciato dei misteri resta quello solito, eccetto il primo gaudioso che può essere espresso così: L’Incarnazione del Salvatore, nascituro annunciato e affidato a due laici, Maria e Giuseppe. “Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 28); «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati»" (Mt 1, 20-21).

 

 

N o t a, su alcune ragioni della nostra speranza: Attraverso la cura per l’uomo, la Chiesa mostra che il messaggio di Gesù può essere inteso da tutti e può esserne apprezzata la verità. Con l’Incarnazione, Dio non sta “fuori, alla porta”. La Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, il giorno 8 settembre 2008, con la Istruzione “Dignitas personae ”(n.1), ci ha detto che «Ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte, va riconosciuta la dignità di persona»; in data 20 ottobre 1980, la stessa Sacra Congregazione per la Dottrina della fede ci ha dato la Istruzione sul Battesimo dei bambini, “Istruzione” che, a determinate condizioni stabilite dalla Chiesa, è valida anche per i feti abortivi: perché il Diritto canonico ci dice che “capace di ricevere il battesimo è ogni uomo non ancora battezzato” (Can. 864); compresi “i feti abortivi, se vivono” (Canone 871) e, in pericolo di morte, rispettando la volontà dei genitori (Canone 868 § 1), vengono battezzati in ogni caso (Canone 868 §2; Isaia 49, 15-16); perché “dal momento che deve essere trattato come persona fin dal concepimento, l’embrione deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2323) e, come “ogni altra persona non ancora battezzata” (Compendio del Catechismo della Chiesa C., 257), è già capace di diventare “santo” e “figlio adottivo di Dio”, “mediante i meriti di Gesù Cristo” (Efesini. 1, 3-6.11-12). 

 

 

 

Per coloro che ogni sabato alle ore 18 vogliono mettersi in comunione ideale con il gruppo, facciamo presente che il testo per tale circostanza è il seguente : (clicca quì) save f2