Il Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera (GLISS)

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Il Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera (GLISS)

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GLISS, cooperativa inter associativa di alleati volontari  per un mondo nuovo sulla "via larga inaugurata da Domenico di Guzmán"

 

Il Gruppo*, in quanto volontariato di promozione umana e sociale,  si incontra la sera di ogni sabato tempo di verifica e di nuovo inizio più degli altri  dedicato a Colei che, Laica e umile Ancella, cooperò efficacemente nell'economia della salute.

(Umberto de Romans in:  "Supplemento alla Liturgia delle ore secondo il Proprio dell'Ordine dei  Predicatori per le Province Italiane". Ed. 1999, pp. 110-112)

 

* Aggregazione Laicale (Vedi Link) che, per molti anni la sera di ogni sabato, ha condiviso i suoi incontri con l' associazione "Elena Patriarca";  di cui allo Statuto approvato dal Consiglio di Provincia O.P. "San Tommaso d'Aquino in Italia", Convento di San Domenico in Soriano (VV). 29-30 giugno 2002. Attualmente il Gruppo è composto da: giovani "di ieri" (oltre i 30 anni), aventi per modello di riferimento il Beato Bartolo Longo; giovani "di oggi" (tra i 15 e i 30 anni), loro modello di riferimento il Beato Piergiorgio Frassati; "aspiranti" (inferiori ai 15 anni), aventi come protettori la Beata Imelda Lambertini e San Tarcisio. Fondamentale, il riferimento pastorale al Battesimo e alla Parola di Dio; in base al progetto di Giustizia e Pace adottato dalla Provincia "San Tommaso d'Aquino in Italia" nel VII Convegno celebrato (fine luglio 1996) a Rifreddo-Pignola (PZ) per religiosi, suore e laici di San Domenico (Vedi Link).

 

Gruppo:

Rappresentiamo, sulla “via larga” inaugurata da Domenico di Guzmán, un gruppo laico interdiocesano di preghiera, di promozione umana e sociale. Siamo innanzitutto dei laici che credono non solo al “Battesimo”, ma anche in tutti gli effetti del Battesimo, che, in Cristo e nella Chiesa, ci porta nella “Biblioteca dei santi” non solo quanto al nome ricevuto, ma anche e soprattutto quanto al nostro essere divenuti figli di Dio e al nostro operare in modo nuovo. In virtù della grazia santificante e “deificante”, come membra vive di uno stesso Corpo e con una identità nuova, possiamo partecipare sia alla vita divina trinitaria che alla comunione dei santi, cioè alla comunione dei meriti di tutti i cristiani che vivono ed operano in stato di grazia. Dal concepimento a morte naturale, tutti, rigenerati nello Spirito Santo come membra gli uni gli altri, formiamo un solo corpo in Cristo con Maria (Ef 1, 3-6.11-12; Bolla Ineffabilis Deus). Il desiderio del battesimo è già congiunzione alla Chiesa (Lumen Gentium, 14c).

Perché la Vita di grazia, per i meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è aperta ad ogni essere umano attraverso la “via ordinaria” del battesimo. “Via ordinaria” aperta anche per le gestanti specie se in difficoltà e per i bimbi cui, per malformazione fisica o altre cause, viene impedito di nascere. La beata Giovanna d’Aza, madre di san Domenico, seriamente preoccupata per la temuta malformazione “da cane” del figlio nascituro e, a livello familiare, per la mancanza del vino necessario ad ospiti imprevisti, non cedette allo sconforto, ma con fede e preghiera, in grazia e in sintonia del figlio che portava in grembo, fu prodigiosamente confortata a livello personale e sociale; perchè non solo la botte vuota risultò piena di vino buono, ma la sua stessa famiglia di cinque persone, due (Giovanna, la madre, ed un figlio Mannes) furono beatificate dalla Chiesa e il figlio Domenico, prefigurato nel grembo come un “cane fedele”, è stato dichiarato Santo, fedele “alla stola candidissima dell’innocenza battesimale”, pellegrino itinerante della fede, predicatore della grazia e fondatore del primo Ordine missionario nella Chiesa . A lui, devotissimo della Madonna, è attribuita l’istituzione dell’antichissima e salutare devozione del santo Rosario: «compendio di tutto quanto il Vangelo»; perché «dal Vangelo trae i misteri», «al Vangelo si ispira», «del Vangelo ripropone il mistero fondamentale che, nel grembo verginale di Maria, è l’Incarnazione del Verbo».

Ci riuniamo ogni sabato alle ore 18 presso il piazzale della Circumvesuviana di Madonna dell’Arco con il Rosario di Maria e la Coroncina della «Divina Misericordia», recitati e conclusi con la “Parola di Dio” e le “Litanie Domenicane” per tutti e, in particolare, per la tutela democratica, morale e civile delle gestanti e dei nascituri: in una effettiva promozione di ogni essere umano e dei suoi diritti inalienabili, primo dei quali è e resta il diritto alla vita plenaria e allo sviluppo integrale nella Verità (Benedetto XVI, Caritas in Veritate, nn. 1, 11 e 53; Papa Francesco, Evangelii gaudium. Esortazione Apostolica).

 

 

Chi può entrare nel gruppo? Cosa fare? Con quale guida?

Nel gruppo del sabato sera chi può entrare? Considerato che Gesù Cristo Verbo incarnato e Redentore del genere umano si è unito in certo modo ad ogni concepito di donna, chiunque volendo può entrare nel gruppo purché si impegni seriamente, se battezzato, ad adorare Dio in ogni essere umano che, immagine di Dio per creazione è per redenzione anche  Tempio della Gloria di Dio con il battesimo amministrato dalla Chiesa. Cosa fare? Recitare spesso  (se battezzato e, in qualche caso quando si sveglia, anche di notte) la seguente preghiera: Santa Trinità, unico Dio che mi hai creato a Tua immagine e con il Battesimo come in un tempio della tua gloria, dimori in me: io credo, spero, amo, adoro, lodo e benedico Te, in me - abbi pietà di me, dei nascituri battezzandi, dei condannati all’aborto e del mondo intero.
Con quale guida? San Domenico e la Madonna: con San Domenico che parlava con Dio o di Dio e che fin dal grembo materno prese l'Ufficio del Verbo: luce di verità e fuoco di carità per il mondo intero; e, in modo particolare, avendo come guida la Madonna primizia dei redenti e Stella dell'Evangelizzazione fin dall'Incarnazione del Verbo nel Suo seno e fin dal quinto giorno (5 infatti erano i giorni necessari per giungere dalla casa di Giuseppe alla casa di Zaccaria), per consolare ed educare nella fede un nascituro (Giovanni) ed una gestante (Elisabetta) entrambi al loro sesto mese e, in modo particolare, preparare Zaccaria, padre "miscredente" restato senza voce e poi riacquistata al canto del Benedictus (Cantico per il Messia e per il suo Precursore).

 

 

Assistente

Il particolare interesse comune nei partecipanti al gruppo di preghiera è frutto della presenza di p. Giacinto Cataldo o.p. 

In padre Giacinto, ognuno di noi, ha trovato la guida spirituale che con affanno cercava. Padre Giacinto ci offre il necessario aiuto per confrontarci ogni settimana su “Parola di Dio e parola dell’uomo”, favorendo la crescita cristiana coerente con il nostro battesimo, rafforzando la nostra presenza e il nostro operato cristiani nel contesto familiare, nel contesto sociale e in quello della stessa parrocchia di appartenenza.

 

LA NOSTRA LEGGE E’ IL COMANDAMENTO NUOVO

 

N.B.:                                      Noi siamo nuovi quanto all’essere per il battesimo;

                                               Nuovi quanto all’operare per la grazia che rende nuove anche le azioni;

                                               Nuovi quanto alla legge per il comandamento nuovo.

 

 

“ Come io vi ho amato, così amatavi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34)

 

Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo

(Tratt. 65, 1-3; CCL 36, 490-492)

Il Signore Gesù afferma che dà un nuovo comandamento ai suoi discepoli, cioè che si amino reciprocamente: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 13, 34). 
Ma questo comandamento non esisteva già nell'antica legge del Signore, che prescrive: «Amerai il tuo prossimo come te stesso»? (Lv 19, 18). Perché allora il Signore dice nuovo un comandamento che sembra essere tanto antico? E' forse un comandamento nuovo perché ci spoglia dell'uomo vecchio per rivestirci del nuovo? Certo. Rende nuovo chi gli dà ascolto o meglio chi gli si mostra obbediente. Ma l'amore che rigenera non è quello puramente umano. E' quello che il Signore contraddistingue e qualifica con le parole: «Come io vi ho amati» (Gv 13, 34). Questo è l'amore che ci rinnova, perché diventiamo uomini nuovi, eredi della nuova alleanza, cantori di un nuovo cantico. Quest'amore, fratelli carissimi, ha rinnovato gli antichi giusti, i patriarchi e i profeti, come in seguito ha rinnovato gli apostoli. Quest'amore ora rinnova anche tutti i popoli, e di tutto il genere umano, sparso sulla terra, forma un popolo nuovo, corpo della nuova Sposa dell'unigenito Figlio di Dio, della quale si parla nel Cantico dei cantici: Chi è colei che si alza splendente di candore? (cfr. Ct 8, 5). Certo splendente di candore perché è rinnovata. Da chi se non dal nuovo comandamento?

Per questo i membri sono solleciti a vicenda; e se un membro soffre, con lui tutti soffrono, e se uno è onorato, tutti gioiscono con lui (cfr. 1 Cor 12, 25-26). Ascoltano e mettono in pratica quanto insegna il Signore: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 13, 34), ma non come si amano coloro che seducono, né come si amano gli uomini per il solo fatto che sono uomini. Ma come si amano coloro che sono dèi e figli dell'Altissimo, per essere fratelli dell'unico Figlio suo. Amandosi a vicenda di quell'amore con il quale egli stesso ha amato gli uomini, suoi fratelli, per poterli guidare là dove il desiderio sarà saziato di beni (cfr. Sal 102, 5). Il desiderio sarà pienamente appagato, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr. 1 Cor 15, 28). Questo è l'amore che ci dona colui che ha raccomandato: «Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34). A questo fine quindi ci ha amati, perché anche noi ci amiamo a vicenda. Ci amava e perciò ha voluto ci trovassimo legati di reciproco amore, perché fossimo il Corpo del supremo Capo e membra strette da un così dolce vincolo.

  

Responsorio                                       Ef 4, 1.3-4

R. Vi esorto nel Signore a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto: * conserverete l’unità dello Spirito nel vincolo della pace.

V. Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati.

R. Conservate l’unità dello Spirito nel vincolo della pace.

 

Invocazione: O Maria, Stella dell’Evangelizzazione e Regina del Santo Rosario, prendici per mano e cammina con noi nella e con la Chiesa.

Orazione: O Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e, per intercessione di Maria Madre della Chiesa, dona ai nostri giorni la tua pace. Amen.

 

 

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Fatima, 13 Ottobre 2011


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