Il Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera (GLISS)

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Via Crucis 2009 - 6 Marzo

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Speciale “Misterium fidei” la VIA CRUCIS  2 0 0 9  IN  SAN DOMENICO MAGGIORE   A   NAPOLI

Venerdì 6 Marzo 2009


La mia voce ai piedi della croce pure per chi, troppo piccolo, non ha voce.

 


La croce è la bilancia unica ed universale della giustizia salvifica perché dal Cuore  di Gesù crocifisso sono scaturiti la Chiesa e i sacramenti.
Per il peccato originale che è come una malattia che si contrae  per generazione, tutti sono inclusi nell’Enciclopedia dei peccatori;  con il Battesimo via ordinaria di salvezza, tutti vengono gratuitamente inclusi nell’Enciclopedia dei santi. I bambini a cui viene negato il Battesimo,  vengono lasciati nell’enciclopedia dei peccatori  ed esclusi dall’enciclopedia dei santi.  Contrariamente a quanto lo stesso Gesù ha detto: “attirerò tutti a me quando sarò elevato sulla croce”  (Vangelo di Matteo, 12,32).

 

AElenco delle quattordici “voci”, una ad ogni stazione della “Via Crucis 2009” , per chi, ancora bambino, non ha voce e, “condannato a non nascere mai, deve morire pure senza battesimo”.

B – “A tavola con Gesù” Celebrazione dell’Eucarestia  - Sintesi dell’omelia fatta dal sacerdote celebrante,  padre Giacinto Cataldo:

 

Guida: Assistente ecclesiastico padre Giacinto Cataldo o.p.

Coordinatori presenti:

Coordinatore tecnico: Fabio Fiorito;
Coordinatore  “Semi di fede”: Antonio Annunziata;
Coordinatrice per la “Catena dell’Amicizia”: Teresa Scialò;
Coordinatrice per le famiglie: Angela Giordano;
Coordinatrice per la “Parola di Dio”: Rosaria Fiorito;
Coordinatore per i rapporti sociali: Luigi Petrella;
Coordinatrice per i canti: Pina Cipollaro;
Coordinatori di segreteria: Lucia Allocca.

 

 

A) - Hanno letto le Riflessioni “ Voce di chi, bambino, non ha voce..” :

 

 

 Prima Stazione Gesù, si dona nell’Eucarestia  Fabio Fiorito
 Seconda Stazione Gesù, davanti a pilato Teresa Scialò
 Terza Stazione Gesù. carico di croce Ferdinando Raia
 Quarta Stazione Gesù, incontra sua Madre Marika Lavieri
 Quinta Stazione Gesù, cade sotto la croce Angela Giordano
 Sesta Stazione Gesù, è aiutato da un certo Simone di Cirene Simona Ciniglia
 Settima Stazione Il volto di gesù asciugato dalla Veronica Rosaria Fiorito
 Ottava Stazione Le donne in pianto Sara
 Nona Stazione Gesù, è spogliato delle sue veste Francesca Viscovo
 Decima Stazione La Crocifissione Emiliana
 Undicesima stazione Gesù, muore in croce Pina Cipollaro
 Dodicesima stazione Gesù, è deposto dalla croce      Ornella Russo
 Tredicesima stazione Gesù, è deposto nel sepolcro      Mario Penna
 Quattordicesima stazione Gesù, risorge       Lucia Allocca

 


 

B) - Ultima stazione: Celebrazione dell’Eucarestia  - Sintesi dell’omelia fatta dal sacerdote celebrante,  padre Giacinto Cataldo:

 

 


In questo primo venerdì di Marzo, nel segno della Croce “fine dell’inizio e inizio della fine”, con la Messa all’altare del Crocifisso che parlò a san Tommaso d’Aquino,   concludiamo la “Via  crucis”;  durante la quale abbiamo cercato di sostare accanto  e con chi ha perso ogni legame affettivo e   sta per perdere, con l’aborto,   fin’anche l’ultimo  legame che gli resta, quello  della vita. Troppo piccolo e “prigioniero” per fuggire o difendersi,  non ha neppure  “voce”  per gridare al mondo la propria angoscia.
    Gesù  “morente sulla croce”  affidò  tutti (compresi i feti abortivi?!), alla sua stessa  Madre la beata Vergine Maria e, attraverso  Lei, li affidò anche alla madre  Chiesa.  Tanto che,  a nome del Popolo santo di Dio, nella Liturgia  prega così: “Dio Padre di misericordia, il tuo unico Figlio morente sulla croce ha dato a noi la sua stessa madre la beata Vergine Maria; fa che, sorretta dal suo amore la tua Chiesa, sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figli ed unisca tutti i popoli del mondo in un'unica famiglia”.   Così nella Messa, in onore di Maria madre della  Chiesa, secondo il “Messale  romano”  (2^ Ed. it., p. 849).
La Chiesa perciò è consapevole che la salvezza può essere raggiunta unicamente in Cristo per mezzo dello Spirito;  e, d’altra parte come madre e maestra, è anche consapevole  che non può rinunciare a riflettere sulla sorte di tutti gli esseri umani creati a immagine di Dio, e in modo particolare dei più deboli e di coloro che non sono ancora in possesso dell’uso della ragione e della libertà; specie in questi ultimi tempi,  nei quali  si è rivelata inadeguata alla luce di una più matura riflessione la stessa  teoria teologica del Limbo, peraltro mai entrata nelle definizioni  dogmatiche del Magistero.  Tanto, tenendo conto  pure del principio  della gerarchia delle verità nel contesto del disegno universale di Dio, dell’unicità e dell’insuperabilità della mediazione  di Cristo nonché della sacramentalità della stessa Chiesa in ordine alla salvezza anche dal peccato originale.   Risulta certamente eccellente  l’indagine fatta e articolata sul piano biblico, patristico e magisteriale, a  cura della Commissione Teologica Internazionale,  una indagine che, dopo l’approvazione previa di Benedetto XVI  nell’udienza concessa il 19 gennaio 2007,  è stata pubblicata con il titolo: “La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo”, - eccellenti  in particolare  i  nn.  da 1 a 69:  «Historia  quaestionis»,  «Inquirere vias Domini».  Il testo di riferimento, l’ho preso da “La Civiltà Cattolica” (II volume del 5 maggio 2007, pp. 251-264).
                             Tuttavia questa rassegna per quanto eccellente, non soddisfa per ogni aspetto e quindi  non risponde adeguatamente al problema odierno del Battesimo amministrato nel grembo materno ai feti viventi condannati d’aborto.  Legittima quindi  è la seguente domanda: “Esiste nella tradizione  anche recente della Chiesa “un qualcosa” che,  già riconosciuto ed approvato  dalla Chiesa stessa, possa poi costituire nel contesto della Bibbia e della scienza attuale,  motivo  di  “ragionevole”  attendibilità  che  il mandato di «battezzare»,  consegnato dal Risorto alla sua Chiesa,  sia estensibile in caso di necessità, e quindi  applicabile anche nel grembo della madre ai quei  feti viventi che oggi per malattia, razzismo  o aborto, vengono condannati a non nascere mai?   

      Questo in sostanza è il significato della “Via Crucis”  odierna che si conclude  all’insegna della croce e dell’eucarestia, quale “fine e inizio del compimento” da noi  auspicato; e cioè che, per i meriti  del Figlio morente sulla croce, la beata madre  Maria  sorregga con il suo amore la Chiesa; che è sacramento universale di salvezza: affinché sempre più feconda nello Spirito, essa possa esultare sempre di più,  pure  per la santità battesimale dei bambini divenuti, per il Regno che non muore, “ figli suoi”  nel grembo della loro madre terrena; e possa inoltre esultare quanto prima per l’unione di “tutti i popoli del mondo in un'unica famiglia”.
                 

 Fabio Fiorito, coordinatore.

 

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