Il Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera (GLISS)

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News del Mese

"GLISS" Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera

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News Settembre 2015

Culto cristiano e pietà mariana nell’Icona di Santa Maria della Libera. Per taluni aspetti l’icona si ricollega alle raffigurazioni di Maria senza Gesù come nelle catacombe che è in relazione al mistero dell’incarnazione del Verbo. «Pertanto il Signore stesso vi darà un segno  Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio. Che chiamerà Emanuele» (Is 7,14).I fedeli, nel fiume Giordano,  richiamandosi al profeta Isaia, ricevevano un Battesimo di penitenza, Ma nel nome della Trinità e con la conferma e il  compiacimento del Padre, Gesù, nel fiume Giordano,  istituisce il Sacramento del Battesimo o della Nuova Alleanza, inteso  come compimento di ogni giustizia, Infatti Giovanni Battista voleva impedirlo «Ma Gesù gli disse «Lascia fare per ora perché conviene che così adempiamo ogni giustizia»  Gesù appena  usi dall’acqua, ci fu la conferma trinitaria: si aprirono i cieli,  lo Spirito di Dio come  colomba   venne su Gesù; il Cristo,  mentre   dal cielo il Padre fa  sentire la sua voce di conferma: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto (Mt 5, 89.». Qual è la tappa piena e definitiva della Rivelazione Dio? “La tappa piena e definitiva della Rivelazione è quella attuata nel suo Verbo incarnato, Gesù Cristo, mediatore e pienezza della Rivelazione, Egli, essendo l’Unigenito Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola perfetta e definitiva del Padre. Con l’invio del Figlio e il dono dello Spirito la Rivelazione è ormai pienamente compiuta, anche se nel corso dei secoli la fede della Chiesa dovrà coglierne gradualmente tutta la portata” (Catechismo della Chiesa   Cattolica. Compendio, n.9 Il Papa a Cuba: non si abusa ).

Il Papa a Cuba: Non si abusa dei propri concittadini. Cuba come simbolo di amicizia tra i popoli.  L’apertura dei rapporti diplomatici tra Cuba e Stati Uniti e la decisione del Papa di fare tappa, prima nell’isola e, un dato significativo. Il viaggio assume una valenza simbolica ed emblematica per la comunità internazionale. Mostra che un’altra strada è praticabile. (da “Avvenire” di martedì 22 settembre 2015 pag. 1 e seguenti servizi).

 

 

News Settembre 2015

Lo Spirito Santo  “iconografo” del volto di  Gesù in noi.   «Dio Trinità, unità degli uomini»  (Commissione Teologica Internazionale, n. 100: Dell’avvento di questa nuova epoca, e dei frutti dello Spirito che ne devono seguire, la Madre del Signore deve essere considerata l’insostituibile custode .(Libreria Editrice Vaticana, 2014).

Cercemaggiore, sabato 5 settembre 2015 – Ogni Domenica sia per tutti una rinnovata Pentecoste: “L’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito, che ha stabilito in noi la sua dimora” (Rm 5,5; 8,11).

 

 

News Agosto 2015

Mese che, per i cristiani,  ha al centro l’Assunzione della B, Vergine Maria - “Regina di tutto il creato”, in Cristo, l’Uomo nuovo per tutto il genere umano: “per te sono aperte a noi le porte del paradiso: dove  oggi trionfi gloriosa  tra gli angeli”(1 ant, ai primi Vespri, Supplemento alla Liturgia  delle Ore secondo  il calendario  proprio  dei Frati Predicatori e delle Province  Italiane, Ed 1999, p, 583.

“Le Persone divine sono relazioni sussistenti, e il mondo, creato secondo il modello divino, è una trama di relazioni. Le creature tendono verso Dio, e a sua volta  è proprio di ogni essere vivente tendere verso un’altra cosa, in modo tale che in seno all’universo possiamo incontrare innumerevoli costanti che si intrecciano segretamente (Tommaso d’Aquino, Summa Th, I, q. 11, a. 3; q. 21 a, 1, ad 3, q. 47, art 3) Questo , osserva papa Francesco, non solo per ammirare i molteplici  legami che esistono tra le creature ma anche per scoprire una chiave della nostra  propria realizzazione (Laudato sì. Lettera Enciclica sulla cura della casa comune, nn, 240 – 242).

Pertanto anche nella  e tra famiglie  “ liberi nella verità solidali nella carità”; come “ sale della terra” (Mt 5,13) e  “luce del mondo” (Mt 5,14). – secondo la bellissima e simbolica statua  di  san Domenico di Guzman venerata in Santa Maria della Libera, Santuario del Comune di Cercemaggiore (Campobasso).

Domenico - che “prese l’ufficio del Verbo”- , nacque nel 1170 a Caleruega, un villaggio   della vecchia  Castiglia, in Spagna, dalla nobile famiglia Guzman.

Giovanna d’Aza, la  madre,  beata, (memoria 2 agosto), vide i suoi tre figlioli ascendere l’altare: Antonio, sacerdote, beato Mannes, (memoria  18 agosto)  e  (festa 4/8 agosto) Domenico, che seguì il suo vescovo nella Francia  meridionale, dove si diede alla predicazione, riuscendo a convertire molti valdesi ed albigesi. Nel 1215, per dare forma stabile ed organizzata alla predicazione,  fondò a Tolosa  l’Ordine dei Frati  Predicatori, nella convinzione che i sacerdoti dovessero mantenere uno stile di vita austero e strettamente evangelico.   “Amava tutti e da  tutti era riamato”. Il 6 agosto  1221 morì circondato dai suoi frati nel suo  convento di Bologna, Gregorio IX lo canonizzò il 3 luglio 1234,

Significativi ai fini di una civile armonica  convivenza delle differenze, San Giacinto (17 agosto).e  Santa Rosa da Lima (23 agosto).

 

News Luglio 2015

Nasce nel sangue l’aurora di un mondo nuovo.

Luglio è notoriamente ricordato come mese del “Sangue”, Per gli Israeliti il sangue era portatore di vita (Lv1,11), anche identico con la vita (Gn9.5; Dt 12 23,23): “versare il sangue” equivaleva a “togliere la vita” ((Lv 19, 16; Dt  27, 25). Nel Nuovo Testamento,  l’espressione serve ad indicare il “sangue salvifico di Cristo  in espiazione dei peccati (Ef  1, 7; Col 1, 20).  Per mezzo del sangue di Cristo, gli uomini sono purificati  dalle opere morte, liberati dalla maledizione della legge (Gal 3, 13), possono avere la fiduciosa,  lieta speranza di entrare nel “Cielo”, nuovo santuario, in cui Cristo, con la sua risurrezione, è penetrato come sommo sacerdote (Eb 9).

L’aurora del mondo nuovo  nasce soprattutto con l’incarnazione e con il mistero pasquale del battesimo:a partire dal “si” di Maria al piano della redenzione, si è inaugura una nuova antropologia (Concilio Vaticano II, La Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, 22).

 

News Giugno 2015

Per un futuro migliore, uno sguardo nuovo sulla vita.

Uno sguardo nuovo sulla vita, fin dal concepimento e dalla nascita. “Concepimento e nascita vengono detti rispetto alla persona che viene concepita e nasce” (Tommaso d’Aquino, Summa Th., III, q. 35, a.4).   «Un giorno ho aperto gli occhi e mi sono accorto di Essere Umano» (Leonardo Crocetta, Umano, Ed. Osservatorio del Lavoro – “Fra Popoli e Immagini”, Napoli, giugno 2014). Se viene meno l’Umano, si spegne il futuro migliore.

L’ideologia del gender spegne non solo la dignità umana e naturale “Fra Popoli e Immagini” ma anche la dignità stessa del Lavoro e   della famiglia che è il primo e più solido fondamento antropologico e sociale.     Per un futuro migliore, occorre uno sguardo nuovo sulla vita.  “In questa società sempre più attuale è l’idea che la libertà corrisponda alla messa in discussione di ogni regola e limite” (Gino Soldera, presidente del Movimento per la Vita “Dario Casadei” e dell’Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale (www.sedeanpep.it) Uno sguardo nuovo sulla vita. Contro l’editing genetico sui gameti e nei primi stadi della vita umana: «È ora che la comunità scientifica rifletta sui limiti» «Da scienziato chiedo di fermare la manipolazione degli embrioni» - così l’autorevole biologo Rudolf Jaeninisch, docente di biologia del Mit di Boston, presidente della Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali e pioniere delle cellule pluripotenti derivate da tessuti adulti. Insomma sguardo nuovo sulla vita. Ad ogni livello. Come insegna Papa Francesco (Udienza all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio): la vita plenaria è al centro della cultura impegnata tramite le associazioni per la tutela della dignità umana a partire dal concepimento e sino alla fine naturale. Dal Referendum alle coscienze la strada da fare. L’embrione, uno di noi con e tra noi: in famiglia e tra famiglie, solidali.

GLISS – Alleati per un mondo nuovo

 

 News Maggio 2015

La famiglia per la famiglia

 Nascituri, lavoratori e donne incinte nel segno solidale di una Chiesa in uscita

 «La visita di Maria a Elisabetta (festa 31 maggio e segno di una Chiesa in uscita pure tra famiglie, nascituri e gestanti), fa sì che il nascituro Giovanni (simbolo in qualche modo di ogni altro nascituro) salti di gioia nel grembo di sua madre» (Lc 1,41).

                Papa Francesco (Evangelii gaudium, 88) ricorda che, «nella sua incarnazione Il Figlio di Dio ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza». Clemente Alessandrino (Prologo III, 99,1) individua  nella Chiesa «la scuola» dove Gesù di Nazaret maestro e pedagogo, è il “Verbo incarnato” e rivoluzionario della tenerezza, mostrandone la forza visibilmente :  modello e guida per tutti – ciascuno nel proprio campo - «in ordine al progresso e allo sviluppo dell’intera vita dell’uomo, cioè  della vita terrena, in quanto connessa con la vocazione del Cielo» (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 22; Gavissimum educationis, proemio; Sinodo dei Vescovi, La Vocazione e la Missione della Famiglia  nella Chiesa e nel Mondo contemporaneo).

A livello internazionale e nazionale, al centro e in periferia, tra i limiti umani di famiglie e paesi distinti e distanti (Nazaret / Ain-Karim) -, è, in certo modo emblematica e attuale per il mondo contemporaneo, la Visitazione del nascituro Gesù che - sacramento dell’incontro con Dio e redentore del genere umano fin dal grembo verginale di Maria in lei e con lei -, «festinanter, in fretta» si reca per circa tre mesi in aiuto di Elisabetta – incinta, avanzata in età e al sesto mese -.

 Nella sua previdente sapienza, per attuare il piano della sua salvezza, Gesù scelse come padre e custode   Giuseppe di Nazaret, «uomo giusto» (Mt 1,19) singolare modello per operai e artigiani. Sposo della Vergine Maria (Lc 1, 27) della stirpe di Davide secondo la promessa (2 Sam7,5-16).

Giuseppe ebbe da Dio la rivelazione dell’origine divina della maternità  di Maria (Mt 1,20-21), fu testimone privilegiato della nascita di Gesù  a Betlemme (Lc 2, 6-7), dell’adorazione dei pastori (Lc 2, 15-16), dei Magi venuti dall’Oriente (Mt 2, 11); protesse la Madre e il Figlio dalla persecuzione di Erode riparando in Egitto (Mt 2,13-23); ritornato in patria, secondo la piena e coraggiosa adesione alla volontà di Dio, si distinse per l’osservanza fedele della Legge  (una legalità di fatto e non a parole). Gesù, “ridesta nella nostra società la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, bene inestimabile e insostituibile”.

Lungo i secoli, soprattutto i recenti, la riflessione sociale (1° maggio – San Giuseppe Lavoratore) e la riflessione ecclesiale (San Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Redemptoris Custos) hanno messo in luce le virtù di san Giuseppe e del suo stile di vita umile e discreta. Come Maria, sua sposa, anche Giuseppe disse il suo umile “sì” al progetto di Dio; come lei, così Giuseppe nutriva in sé una fede profonda e solidale: “festinanter” come per la famiglia di Zaccaria in difficoltà, Perché «nella sua incarnazione Il Figlio di Dio (e Signore nostra giustizia) ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza». Vicini alle persone, fiduciosi nei magistrati?

Giuseppe, d’accordo con Maria, decise di restare solo a casa, sommando al proprio lavoro professionale anche il lavoro casalingo che, in quei tre mesi, avrebbe dovuto fare Maria, sua sposa. Insieme Chiesa in uscita? Famiglia per la famiglia? Capaci di svegliare il mondo? La loro unione sponsale era vera comunione di cuori, cementata da profonda affinità educativa anche verso Gesù, ad essi sottomesso (Lc 2,51); istruendolo nella Legge e nell’esercizio del mestiere di falegname. Il lavoro – allo stesso modo della ricchezza – è per tutti. Vicini alle persone e fiducia nei “magistrati”.

Innumerevoli, sono i patronati che in san Giuseppe loro Patrono, riconoscono la dignità del lavoro umano e familiare: come dovere e perfezionamento dell’uomo, esercizio benefico del dominio dell’uomo sul creato, servizio della comunità, prolungamento dell’opera del Creatore, contributo trinitario al piano della salvezza, che è armonia spirituale e corporea dell’uomo nuovo.

GLISS/ONLUS - Alleati per un mondo Nuovo. La famiglia nel segno di una Chiesa in uscita.

Fabio, Rosaria, Angela, Elena, Katia e P. Giacinto, coordinatori.

 

 

News aprile 2015

Alla vita  nascente dedicata anche la solenne  Veglia pasquale, “madre di tutte le veglie”.

 Perché?

L’iniziativa, a livello interdiocesano e laicale,  è stata promossa dal GLISS -  alleati per un mondo nuovo contro la cultura dello scarto –  Perché ante e post partum, rifiutare il battesimo ”prima Pasqua” agli infanti, contraddice il senso più profondo della redenzione. Come pure  contraddice a livello antropologico ed educativo il senso più profondo della giustizia voler manipolare la vita umana in nome di presunti diritti all’aborto, diritti al figlio fabbricato in provetta fuori della famiglia naturale, diritti all’eutanasia, diritti alla crioconservazione, diritti allo scarto di bambini cui viene impedito di nascere…  La Chiesa, nell’adempimento  del mandato ricevuto dal suo Fondatore – in cui trova vera luce pure il mistero dell’uomo -, «ha un suo compito specifico in ordine al progresso e allo sviluppo dell’educazione»   (Concilio Vaticano II,  Dichiarazione Gravissimum educationis, proemio; Costituzione su La Chiesa  nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, 22).

     A livello educativo, Gino Soldera “come studioso” (Link  Link), “per risvegliare quelle coscienze spesso assopite da conformismo-consumismo” sulla vita nascente, cita Andrée Bertin Presidente dell’Organizzazione Mondiale delle Associazioni per l’Educazione Prenatale: «Un’educazione prenatale positiva, primo fra i diritti dell’uomo e del bambino è una realtà importante per le generazioni future. Immaginiamo ciò che succederebbe se queste conoscenze fossero date a tutte le donne, a tutti gli uomini, a tutti i professionisti nel mondo intero».

La cultura della morte non demorde, non si arrende né depone le sue armi letali.  In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato  trova vera luce il mistero dell’uomo; perché a livello antropologico «l’incarnazione del Figlio nel grembo di  Maria, culminata nella Pasqua e nel dono dello Spirito», “costituisce il cuore pulsante del tempo”, l’ora misteriosa in cui l’uomo,  deificato per grazia, è immesso “nel Regno di Dio (cfr. Mc 1,15),  seme  destinato a diventare un grande albero (cfr Mc 4, 30-32)” (San Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Nono millennio ineunte, 6 gennaio 2001, n. 5).

                            A proposito di “EDUCAZIONE PRENATALE”, Thomas Verny e Pamela Weintraub (Ed. Bonomi, Pavia 1996) hanno descritto Le coccole dei nove mesi. Leggendo quelle “coccole”,  risulterà un’immagine del figlio più adeguata e, a livello didattico, più rispondente alle reali  necessità educative di nascituro. 

Anche alla scuola di Gesù Cristo, nascituro, maestro, pedagogo e sacramento dell’incontro con Dio fin dal suo concepimento nel grembo di Maria,  noi già  conosciamo «il divino piano provvidenziale, grazie al quale l’uomo, in quanto bambino di Dio, viene sia educato dalla pedagogia divina che santificato:  è  cittadino dei cieli, mentre viene educato sulla terra;  riceve lassù per Padre colui che in terra impara a conoscere» (Clemente Alessandrino, Pedagogo III, 99,1). A livello scientifico, è accertato che L’educazione inizia prima della nascita (Omram Mikaël Aivanhov, Edizioni  Prosveta 2005 ristampa della 6ª edizione). Prima della nascita (Gino Soldera, Bonomi Editore, 1995), è pure possibile conoscere il carattere del bambino e - attraverso le emozioni della vita prenatale e la guida (ben informata) -,  è anche possibile risalire alla scoperta dell’universo originario del nascituro (Gino Soldera, Macro Edizioni, 2000). Tanto, a livello antropologico e politico-legislativo, vale  innanzitutto per lo Stato che è ordinato a procurare  il bene dell’uomo «Finis politicae est bonum humanum» (Tommaso D’Aquino, Eth. I, 2). I bambini fin dal loro concepimento sono persone (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2323). Pertanto ogni sopruso compiuto contro di loro è «un grido di dolore che sale a Dio» in molti modi e, nel nostro caso pure attraverso la solenne  Veglia pasquale, in comunione di intenti con Papa Francesco come alleati per l’umanesimo plenario, il primato della persona e la causa di un mondo nuovo.

Fabio  Fiorito per il GLISS interdiocesano ONLUS Liberi nella Verità; solidali nella carità.

 

 

News - 25 marzo 2015

Con Papa Francesco tutti alleati per un mondo nuovo

A partire dal mondo dei piccoli, viventi e presenti nel grembo o altrove. Questi piccoli sono il «Vangelo della tenerezza». Ce lo ricordano a modo proprio, sia Papa Francesco che l’Angelo dell’Annunciazione. Attraverso la liturgia che è “Bibbia fatta preghiera”, la  Chiesa sottolinea il contenuto messianico e mariano dell’Annunciazione in quanto  incontro armonico dell’Amore divino e dell’amore umano (solennità, il 25 marzo): «All’annunzio dell’angelo la Vergine accolse nella fede la tua parola, e per l’azione misteriosa dello Spirito Santo concepì e con ineffabile amore portò in grembo il primogenito dell’umanità nuova» (Prefazio).  Senza il primogenito della nuova umanità cosa sarebbe stato di  san Giuseppe esempio di vita umile e discreta, cosa sarebbe stato  di  Maria a Nazaret nella casa di Giuseppe e cosa sarebbe avvenuto ad Ain-Karìm nella casa di Zaccaria senza la visita dell’”Evangelii gaudium” al nascituro Giovanni che  al sesto mese esultò nel grembo dell’anziana Elisabetta?   In famiglia per la famiglia e tra  famiglie cellule primarie della società e grembo vitale di futuro, i bambini sono primizie e dono per l’intera umanità. I piccoli, ha ricordato Papa Francesco,  portano con loro «la capacità di ricevere e dare tenerezza». La società si può giudicare da come li accoglie e li tratta. I bambini «è vero sono un grande dono per l’umanità, ma sono anche i grandi esclusi perché neppure li lasciano nascere». Primario quindi è l’”Evangelium vitae”. Volendo in nome della vita, tutti con e come Papa Francesco e tanti altri ancora, alleati per un mondo nuovo. In nome della Vita.  Perché  Dio è amante della vita. Profetiche e incoraggianti soprattutto per i giovani, sono queste parole di san Giovanni Paolo II: Apritevi a Dio. Dio vi ama. Cristo  vi ama. La Madre di Dio vi ama. La Chiesa e il Papa vi amano e vi invitano a seguire la forza travolgente dell’amore, che tutto può superare e costruire.

Organizzare la speranza è possibile. Gesù il Signore non ci lascerà soli: è e resterà  con noi (Mt 28,19);  come Via, verità e vita.  In Cristo, per Cristo e con Cristo  un mondo nuovo è possibile. Perché i frutti dell’incarnazione misericordiosa di Gesù Cristo, nostro Capo, si comunicheranno in modo solidale a noi e a tutti, sue membra. Oltre la cultura dello scarto, tutti e ciascuno, nessuno escluso, diverrà uomo di buona volontà, artefice di futuro. Nella grazia della comunione trinitaria.  Con  Maria, Aurora del mondo nuovo e  Madre fedele.  Solidali nella carità. Liberi nella Verità, Per il bene di tutti e di ciascuno.

IL GLISS interdiocesano ONLUS – INSIEME,  ALLEATTI PER UN MONDO  NUOVO. È POSSIBILE.  Liberi nella Verità; solidali nella carità.

 

 

News - Febbraio 2015

La vita, uno sguardo alle vite che non nasceranno mai. Responsabilità delle infermiere.

 Con Papa Francesco e con  i Vescovi sinodali, diamo anche noi  uno sguardo alle vite che non nasceranno mai. Il problema “Se i bambini possono essere  battezzati nel seno materno” è attuale ma non è nuovo.  San Tommaso d’Aquino (Summa Th., III, q. 68, a. 11, c.), stando alle possibilità pratiche del tempo,   concludeva che «in nessun modo i bambini  racchiusi ancora nel seno materno possono essere battezzati» perché non sono venuti alla luce per ricevere il sacramento a propria salvezza. Ma quello che al tempo dell’Aquinate non era possibile, non presenta difficoltà per la tecnica moderna.  In casi del genere vanno tenuti presenti piuttosto quelle norme elementari di riservatezza e di pudore, che sconsigliano il sacro ministro di amministrare personalmente il sacramento. Tale compito va allora affidato al personale sanitario.

 Con l’Incarnazione nel grembo di Maria,  Gesù Cristo è divenuto, anche per gli infanti “sacramento dell’incontro con Dio” (Edward Schillebeeckx, Cristo, sacramento dell’incontro con Dio, Edizioni Paoline, Stampa 1987, p. 143s): «Nel suo discorso del 29 ottobre 1951 alle infermiere e ostetriche, Pio XII non ha minimamente affermato che non esiste alcuna possibilità di salvezza per il bambino all’infuori del battesimo. Il papa si metteva dal punto di vista pratico della responsabilità immediata delle infermiere; il suo scopo era affermare che noi uomini non possiamo aiutare effettivamente questi bambini se non amministrando loro il battesimo. Non si tratta di ciò che Dio fa nella sua misericordia, ciò non potendo in alcun modo modificare la responsabilità delle infermiere. Il papa può anche avere avuto  l’intenzione, benché ciò non appaia nel testo, di insinuare che la teologia non è ancora  a punto in ciò che concerne un eventuale ed incosciente “battesimo di desiderio”. In questo argomento dobbiamo attenerci a tre affermazioni fondamentali. In primo luogo: l’uomo nasce realmente col peccato originale. In secondo  luogo:  il peccato umano è stato, in linea di principio,  vinto dal sacrificio del Cristo;  l’applicazione perfetta di questa redenzione, partendo dallo stato di peccato, non può farsi che  con la recezione reale del battesimo. In ultimo luogo: la grazia pre-sacramentale (del battesimo di desiderio) non diminuisce per niente la necessità del battesimo»: «post, immo iam ante nativitatem» (Canone 867, § 1; Rito del battesimo ai bambini; Istruzione Pastoralis actio della Congr. per la Dottrina della Fede, 20.10.1980 ).

a – Nel caso in cui il bambino versasse  in pericolo di morte, il battesimo dev’essere  conferito «senza alcun indugio, sine ulla mora» (Canone 867, § 2);

b - Catechismo della Chiesa Cattolica (n.1258): «il desiderio del Battesimo, porta i frutti del  Battesimo, anche senza essere  sacramento»; cioè degnamente celebrato nella fede della Chiesa (CCC, n. 1128), il battesimo di desiderio conferisce la grazia che significa, senza imprimere il  rispettivo carattere sacramentale!

c -  tale Battesimo di desiderio lascia intatta la necessità ordinaria del Battesimo, sacramento da ricevere a tempo più opportuno (Canone 864); inoltre  proprio perché non è sacramento,  il battesimo di desiderio, in conformità all’intenzione e alla fede della  Chiesa (CCC, n. 1127),  può essere amministrato al bambino «lecitamente» senza ledere o offendere la volontà eventualmente contraria dei genitori cattolici e persino non cattolici (Canone 868 § 2).  In tal modo, nella sua pastorale e materna sollecitudine,  la Chiesa assicura la salvezza eterna del bambino e, d’altra parte, rispetta anche i diritti propri dei genitori, i primi responsabili dell’educazione dei loro figli;

d – Dovunque, in casa o nelle cliniche, i diritti dei piccoli non sono diritti piccoli.  Avendo l’intenzione «di voler fare ciò fa la Chiesa quando battezza, chiunque, anche un non battezzato può battezzare» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1256).  Tanto in conformità alla “volontà  salvifica universale di Dio” (1 Tim 2, 4) e alla “necessità del Battesimo per la salvezza” (Mc 16, 16; Gv 3,5).

      Battesimo di desiderio quindi e pastorale della grazia pure per la vita nascente nonché “sfida informativa/educativa” pure per le vite che non nasceranno mai.

                       Sul battesimo dei nascituri restano comunque moltissimi altri  interrogativi che Papa Francesco e i Vescovi sinodali stanno considerando: in comunione con essi e alla “luce della fede”,  seguiamo anche noi la Madre del Signore che, “icona perfetta della fede”, seppe  riconoscere le orme  dello Spirito di Dio e con “premura” partì dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio» (Lc 1, 39; Enciclica, Lumen Fidei, 59; Esortazione  apostolica Evangelii gaudium, n. 288; San Tommaso, Summa th., III, q. 60, a. 3, c; q. 68, a, 9). Nell’economia ordinaria del disegno di Dio (Mt 28, 19-20), la salvezza eterna è legata alla ricezione del battesimo.

Riflessione del Gruppo interassociativo GLISS, alleati per un mondo nuovo (Coordinatore tecnico, Fabio Fiorito, coordinatrice interfamiliare, Angela Giordano, coordinatrice per la legalità e il primato della persona, Maria Rosaria Minopoli, guida spirituale, P. Giacinto Cataldo). 

 

 

News Gennaio 2015

Battesimo di desiderio e pastorale della grazia pure per la vita nascente

Nella sua sollecitudine materna, la chiesa (Canone 867, § 1) ricorda  ai genitori o a chi per loro,  l’obbligo di provvedere che i bambini  siano battezzati «al più presto dopo la nascita»  e aggiunge,  “anzi anche prima “della nascita, i genitori «si rechino dal parroco per chiedere il sacramento per il figlio e vi si preparino debitamente».

Se il bambino, prima della nascita, è  “in pericolo di morte”(Canone 867 § 2),  in mancanza del battesimo d’acqua, il   desiderio previo  del battesimo espresso  dai genitori è o non è sufficiente a salvare il bimbo nascituro?  Il Catechismo della Chiesa Cattolica (al n.1258) dice che: «il desiderio del Battesimo, porta i frutti del  Battesimo, anche senza essere  sacramento». Inoltre, all’occorrenza, tale Battesimo di desiderio - non essendo sacramento - lascia intatta la necessità del sacramento, e proprio perché non è sacramento, può essere amministrato al bambino «lecitamente» senza ledere la volontà eventualmente contraria dei genitori cattolici e persino non cattolici (Canone 868 § 2). 

                Inoltre quanto all’intenzione richiesta, «si può ritenere che gli infanti abbiano un’intenzione sulla base non già del loro  atto personale … ma dell’atto di quelli che li presentano al battesimo, “Possunt dici infantes intendentes, non  per actum proprie intentionis .. sed per actum eorum a quibus offeruntur”» (S. Tommaso, S. Th. III, q. 68,  a. 9, ad 1).  Avendo l’intenzione «di voler fare ciò fa la Chiesa quando battezza, chiunque, anche un non battezzato può battezzare» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1256).  Tanto in conformità alla “volontà  salvifica universale di Dio” (1 Tim 2, 4) e, a livello ordinario, alla “necessità del Battesimo per la salvezza” (Mc 16, 16; Gv 3,5).

Dal momento che deve essere trattato come una persona fin dal concepimento e fin dal suo stesso  stato embrionale (Dignitas personae, 1), l’infante embrionale «deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (CCC 2323). Che i meriti della passione di Gesù Salvatore del genere umano, siano applicabili alla persona fin dal concepimento è verità contenuta nella Bibbia e definita in modo solenne  con la Bolla Ineffabilis Deus di Pio IX sull’Immacolata Concezione, chiamata “piena di grazia” e preservata immune da ogni colpa fin dal concepimento.  La redenzione dell’umanità è un’opera ancor più grande e mirabile  della stessa creazione del cosmo: «se fu grande la creazione del mondo, ben più news grande fu l’opera della nostra redenzione nel sacrificio pasquale di Cristo Signore» (Inno nella veglia pasquale del sabato santo).  Nell’uomo c’è il desiderio di Dio. Perché Dio stesso, creando l’uomo a propria immagine, ha scritto nel suo cuore il desiderio di vederlo. Anche se tale desiderio è spesso ignorato, Dio non cessa di attirare l’uomo a sé, perché viva e trovi in lui quella pienezza di vita, di verità e di felicità, che cerca senza posa.  Per natura e per vocazione, l’uomo fin dal concepimento è un essere capace di entrare in comunione con Dio. Questo intimo e vitale legame con Dio conferisce all’uomo la sua fondamentale dignità Perché il Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua  divinità e perfetto nella sua umanità;  vero Dio e vero uomo, composto di anima razionale  e di corpo; consustanziale con il Padre per la sua divinità, consustanziale con noi per l’umanità, “simile in tutto a noi, fuorché nel peccato” (Eb 4, 15); generato dal Padre prima dei secoli secondo la sua divinità è,  per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l’umanità  Battesimo di desiderio quindi e pastorale della grazia pure per la vita nascente; perché solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce pure il mistero della vita nascente e della sua altissima vocazione (La Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, 22).

 

Dicembre 2014 –  Alleati  per la nascita e la vita plenaria dei nascituri?

Auspicato il 2015 pure come Anno Nuovo per la pastorale e la vita plenaria dei nascituri.

     Già  mese dell’Immacolata e del Natale; dicembre sia pure tempo di preghiera per la vita plenaria dei nascituri. Perché, senza discriminazione di persona,   chi viene concepito e  chi viene alla luce sono entrambi, ante et post partum,   radici nostre e garanzia  del futuro nostro e del mondo.  Già nel diritto romano del periodo augusteo era scritto:«Qui in utero sunt …intelleguntur in rerum natura esse» (D. 1.5.26). «I concepiti sono da considerare come già esistenti, già nati; “Nasciturus pro iam nato habetur”» (D. 1.5.7).Il nascituro è da considerare già nato(“L’Osservatore Romano” del 19 giugno 1997: “Un Seminario a Roma,I nascituri nei sistemi giuridico-religiosi”, in occasione del XX anniversario della morte di Giorgio La Pira). Il nuovo umanesimo e il personalismo cristiano di  La Pira persistono in certo modo anche oggi attraverso le varie diramazioni sociali di una Chiesa “in uscita” e in particolare nel «logo» (In Gesù Cristo  il nuovo umanesimo) scelto per il V Convegno Ecclesiale  Nazionale, Firenze 9-13 novembre 2015.

              In previsione della morte di Cristo (la croce origine, alleanza e compimento) l’Immacolata fin dalla sua concezione fu  preservata immune da ogni macchia di peccato nel grembo di sant’Anna. Inoltre nel grembo di Elisabetta  quando Giovanni Battista concepito nel peccato  era nascituro “nel sesto mese, Dio  mandò l’angelo Gabriele  a Maria, la vergine promessa sposa di un uomo  della casa di  Davide, chiamato Giuseppe” (Luca 1, 26-27). A sua volta Maria, con in grembo il nascituro Gesù in aiuto di Elisabetta, si mise in viaggio e raggiunse in fretta la casa di Zaccaria in cui restò per circa tre mesi - probabilmente fino alla nascita e alla circoncisione di Giovanni (Lc 1,56).

Cielo e terra alleati quindi per il sostegno plenario  del nascituro “nella sua integrità” e cioè  nella sua duplice dimensione  fisica e spirituale,  terrena (fin dal concepimento) e celeste (per i meriti pasquali di Cristo, Verbo incarnato e Redentore del genere umano).

            In particolare «la Chiesa non conosce altro mezzo all’infuori del Battesimo (se non di acqua almeno di desiderio) per assicurare l’ingresso nella beatitudine eterna» (Catechismo della  Chiesa Cattolica, 1257).

Senza discriminazione di persona fra chi, infante, è all’interno e chi invece è all’esterno del grembo materno: perché «dal momento che deve essere trattato come una persona fin dal concepimento, l’embrione deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2323).   «Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini (cioè a noi?) l’altissima missione di proteggere la vita: missione questa che deve essere  adempiuta in modo umano e con la massima cura» (Gaudium et spes, 51c). Diritto agli aventi diritto.

Sappiamo che in Grecia, l’arte nasce dal desiderio di toccare gli dei - i greci intuivano che gli dei  non possono che avere forma umana. Con l’Incarnazione, oltre la soglia che separava sacro e profano, l’avvento di Cristo, “nuovo Adamo” anche per gli infanti nascituri,  porta a compimento quanto già i greci intuivano e desideravano. Maestro e pedagogo fin dal grembo materno, Gesù «è fonte costante di novità», “ritornando alla radice autentica e solidaristica del Vangelo.

Pertanto accogliendo l’invito di Papa Francesco (Evangelii gaudium 11), considerate  “nel cuore del futuro” le scelte ecclesiali di misericordia e la pastorale  dell’incontro, si auspica che, con lo sguardo su Gesù e le indicazioni che ci verranno dai  Padri  sinodali,  il 2015 sia pure l’Anno Nuovo per la pastorale e la vita plenaria dei nascituri. È certamente molto diverso per il futuro del bambino vivere o non vivere una maternità in grazia e in comunione con  Dio, sia per la sua vita futura che per la società.

 

News di Novembre 2014 – mese della vita plenaria fin dal concepimento

Sempre ma specialmente a Novembre, la Croce è segno di Vita plenaria e di accoglienza. Tanto  in  Chiesa  quanto - sulla  tomba di ogni battezzato - al Cimitero.   La liturgia cattolica unisce infatti Solennità dei Santi (1° ) e  Commemorazione dei Defunti (2 novembre)  ai meriti della stessa Passione di Cristo, unico Sacramento dell’incontro con Dio  e Redentore del genere umano - genere umano a cui, ante e post partum,senza discriminazione di persone,   appartengono tutti, nati e nascituri, santi e peccatori.  L’auspicio del Gliss e di altre associazioni -  che pregano e operano  per il riconoscimento dei diritti e per l’integrità dei concepiti dovunque e comunque viventi - è che  novembre possa diventare tempo anche di approfondimento pastorale oltre che scientifico, per una vita di Grazia battesimale sempre più condivisa e partecipata da tutti e quindi anche dai concepiti dovunque viventi fin dallo stato embrionale. L’embrione, in quanto essere umano,   può   divenire “porzione dell’unico  Corpo di Cristo”, perché discriminarlo, lasciandolo solo, segnato e abbandonato con il peccato originale, anche quando viene sottoposto a manipolazioni genetiche e alla crioconservazione protratta in alcuni casi, per decenni?  Il desiderio del Battesimo espresso da un adulto per un infante nascituro, porta i frutti  del Battesimo, anche senza essere sacramento. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2323) dice che, fin dallo stato embrionale, il nascituro  «deve essere trattato come una persona e che fin dal concepimento deve essere difeso nella sua integrità,  curato e guarito come ogni altro essere umano». In quanto persona non ancora battezzata (Compendio della CC, n. 257), ogni  nascituro, come essere umano anche prima del parto,  “è capace di ricevere il Battesimo”, applicazione pasquale della  Croce di Gesù.    L’Immacolata Maria, in previsione dei meriti della Croce, fu “piena di grazia” fin dal concepimento nel grembo di Sant’Anna. Alla scuola di Gesù, maestro e pedagogo, occorre educare alla vita buona del  Vangelo.   Il Precursore Giovanni  Battista, nascituro al sesto mese,   fu “sanificato” e “iniziato alla sua missione  fin dal grembo materno di Elisabetta. Perché voler discriminare, a livello di battesimo e di educazione prenatale,  gli infanti nascituri  viventi nel grembo materno dagli infanti viventi fuori dal grembo?

Che senso hanno le preghiere di suffragio per  bambini morti senza battesimo quando con il Battesimo che è “sacramento dei vivi e porta dei sacramenti della fede”, essi - per comando esplicito  di  Gesù risorto e per misericordia di Dio (Mt 28,20; Gv 3, 5; Mc 10,14) -, potevano ma non hanno ricevuto da vivi, i meriti battesimali e pasquali della  Croce di Cristo?  Pertanto conformemente alle istanze innovative di Papa Francesco in tema di  famiglia e nuova evangelizzazione nella e con la Chiesa, occorre  “inquirere vias Domini”, testimoniare l’amore di Dio con strategie nuove pure per la vita nascente. Sempre ma specialmente a novembre, mese dei vivi e mese dei morti.

 

 

News di Ottobre 2014

Vita plenaria e  mese del Rosario, delle missioni e del Sinodo dei Vescovi.

Rosario, missioni e Sinodo pure per la vita plenaria dei nascituri e per la famiglia monogamica? Sempre più viva  in noi, è la convinzione ( e quindi anche la “spes orans”!) che il mandato di battezzare  affidato da Cristo alla Chiesa, possa estendersi a certe condizioni determinabili dalla Chiesa stessa, anche ai concepiti  condannati all’aborto nel grembo materno oppure condannati alla crioconservazione nonché alla politica dello “scarto antropologico”. «Ogni persona» - e il concepito è persona - «non ancora battezzata è capace di ricevere il Battesimo» lo ha detto Papa Benedetto XVI (Catechismo della CC. Compendio, n 257). 

Nell’Annunciazione e nella Incarnazione  del Signore abbiamo la storia, estremamente significativa, di un incontro con Cristo Salvatore universale del genere umano; genere umano a cui per diritto di natura appartengono, ante e post partum,  anche i  bimbi comunque concepiti. La  Chiesa, esperta di umanità,  chiama «Incarnazione» il fatto che il Figlio di Dio, restando Dio, abbia assunto una natura umana – comune anche ai bimbi comunque concepiti - per realizzare in essa la nostra salvezza. 

Travolta dall’individualismo e dalla cultura dello scarto, la società odierna non riesce  a riconoscere la buona notizia né  della vita plenaria né  della famiglia tra uomo e donna; sia nella loro dimensione naturale che in quella spirituale. 

Per la prima volta   un sinodo straordinario dei Vescovi (5-19 ottobre 2014)  è  stato preceduto  con  un questionario di 38 domande, compilato da Chiese nazionali, diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti e singoli fedeli. 

La solidarietà che parte dai più piccoli e più deboli è un valore umano universale (Carlo Casini). Quando nel grembo di Elisabetta,  Giovanni Battista  era un nascituro “nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio a una vergine promessa sposa di un uomo  della casa di  Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria” (Luca 1, 26-27). Che i meriti della Passione di Cristo, Salvatore del genere umano, siano applicabili pure ai nascituri viventi nel grembo, è verità definita in modo solenne dalla stessa Chiesa quando nel 1854, Pio IX con la Bolla Ineffabilis Deus, proclamò il dogma dell’Immacolata  Concezione di Maria e cioè che nel grembo materno fu preservata da ogni macchia, colmata di grazia e redenta fin dal suo concepimento (DENZ- SCHÖNM, 2803). 

Giustamente quindi e con particolare evidenza, rientrano  fra le linee operative del Sinodo straordinario dei Vescovi tanto la pastorale della famiglia  che quella – ancora più delicata e primaria - della persona umana fin dal concepimento (CCC, 2323).  

 

News di settembre 2014

Maria, per la fede e con il «Sì»  alla singolare maternità divina propostale dall’Arcangelo Gabriele, diviene protagonista nell’evento trinitario e insieme antropologico dell’Incarnazione con cui Dio stesso, unendo la natura umana alla natura divina nella  Persona del Figlio primogenito, si è in certo modo unito come creatore e redentore  ad ogni essere umano che viene concepito e quindi a ciascuno dei «bambini nascituri, che sono i più indifesi  e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 213); «abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana» (ibi, 214). 

 «Il bambino è un’anima sulla quale la madre, quando lo porta ancora in seno, può agire favorevolmente attraverso il suo pensiero, i suoi sentimenti e il suo comportamento armonico» (Omraam Mikhaël Aivanhov,  L’educazione inizia prima della nascita, Edizioni Prosveta).

 

 Estate 2014 - Alleati per un mondo nuovo fin dal concepimento. Perché?

Perché  tutto il genere umano è composto di persone e perché ciascuna di esse rispetto alle altre persone, si trova in un nuovo rapporto d’amore  e con un’anima immortale fin da quando  nel grembo verginale di Maria il Verbo Eterno di Dio «si fece carne e pose la sua tenda fra noi» (Gv 1, 1-14): da allora  «ricomincia in modo nuovo l’essere persona» (Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, p. 16) nonché   ricomincia un nuovo modo dell’essere uomini; i quali,  mediante la fede in Gesù,  entrano per grazia nell’origine personale e nuova di  Gesù stesso e cioè vengono generati  «da Dio» (p.21).

Con tale  nuova elezione  per tutto il genere umano - e quindi senza discriminazione di persone in Cristo l’Uomo nuovo (Gaudium et spes, 22) -, Dio entra nella vastità del mondo e della storia universale come Dio di tutti popoli e vera guida di tutta la storia.

 * A Paestum estate 2014 -  3ª Edizione “Il nascituro, uno di noi in vacanza con noi”.  Sul tema “Non sono piccoli i diritti dei piccoli  Paestum Estate 2014 – Terza edizione in vacanza con i nascituri, presenza e speranza di futuro per tutti” (vedi link). Nel contesto festivo (8 Agosto 2014) di San Domenico di Guzman che fin dal grembo materno della Beata Giovanna D’Aza, prese l’Ufficio del Verbo.

 * Alleati per un mondo nuovo. Al Grand Hotel Poseidon di Paestum (SA), celebrato, con documenti inediti,  il  XX ANNIVERSARIO DI PADRE BERNARDO SCAMMACCA, DOMENICANO di Catania.

                          L’origine storica del Grand Hotel Poseidon di Paestum (SA) è legato al domenicano Padre BERNARDO SCAMMACCA, originario di Catania: così ci ha detto Angelo Bottiglieri, fondatore e direttore del Poseidon mostrandoci, per l’occasione, alcune   lettere inedite e cioè:   del 29 Maggio 1962 dalla Casa Generalizia dell’Ordine dei Frati Predicatori, Roma; del 18 Febbraio 1964 da Catania; del 26 Gennaio 1967 da Catania; del 4 Aprile 1967 dalla Curia Generalizia dei Frati Predicatori, Roma; del 30 Giugno 1967 dalla Curia Generalizia dei Frati Predicatori, Roma; di Natale 1968, in cui padre Bernardo ricambia “gli auguri e comunica che dalla Cassa del Mezzogiorno il finanziamento è stato effettuato”; del 25 Maggio 1969 dalla Curia Generalizia dei Frati Predicatori, Roma: “il contributo (a fondo perduto) può essere concesso; mi dica come stanno le cose perché io possa insistere qui”(vedi documento allegato).                                                   

Nel 20° dalla morte (12 agosto 1994 – 2014), attraverso tali documenti dell’epoca,  Angelo Bottiglieri, direttore del Poseidon e alcuni amici dell’organico sociale ONLUS “GLISS” Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera lo hanno  ricordato  con grande stima, amicizia e gratitudine: presso il Poseidon, a livello sociale e storico;  a livello liturgico nella parrocchia Santa Maria Assunta, Licinella Paestum (SA) in comunione di preghiera con il monastero S. Maria delle Grazie delle monache domenicane di Sorrento, del quale per lunghi anni padre Bernardo fu benemerito Delegato Arcivescovile.  Il Monastero Domenicano di S.  Maria delle Grazie in Sorrento fu costruito da Bernardina Donoso, in ringraziamento  della liberazione  sua e di suo figlio dalla schiavitù  turca di Costantinopoli,  dove, nel 1558, era stata deportata  insieme a numerosi cittadini di  Sorrento  fatti prigionieri.

 Angelo Bottiglieri, immigrato dall’America nel 1943  e approdato come costruttore edile a  Sorrento conobbe le monache domenicane di Sorrento e  quindi il Padre Bernardo tramite la signorina Adriana Attanasio, assistente sociale nella zona di Sorrento e Vico Equense.

Al secolo Giuseppe, nato nel 1905 sesto di 8 figli di nobile casato catanese, Padre Bernardo durante la guerra, a Roma e a Bruxelles,  ebbe un ruolo delicatissimo per conto della Santa Sede. Cappellano militare in Africa,  fu trasferito  in Albania, Grecia, Montenegro e Croazia. Seriamente ammalato, fu rimpatriato nel 1942. Approdò così alla Curia Generalizia, accanto a ben sette Maestri  Generali che lo onorarono della loro stima e fiducia, per più di mezzo secolo. Alla fine del 1993 rientrò a Catania colpito da un  male incurabile.  Rese l’anima a Dio nel convento di S. Domenico  fuori le mura,  il giorno liturgico della festa di sant’Euplio, 12 agosto 1994.

 * Domenica 17 agosto 2014  giorno onomastico di padre  Giacinto nel “Cortile dei gentili”, Chiostro delle Statue, Complesso monumentale San Domenico Maggiore (vedi link)

* Venerdì 22 agosto –  85° compleanno di padre Giacinto“Cortile dei gentili”, Chiostro delle Statue, Complesso monumentale San Domenico Maggiore (vedi link)

* Domenica 24 agosto 2014 - nel “Cortile dei gentili”, Chiostro delle Statue, Complesso monumentale San Domenico Maggiore (vedi link) – conclusa la rassegna di teatro  con la XII notte di William Shakespeare e l’armonia democratica delle differenze di Bruno Hussar agli studenti dell’Istituto “Fonseca” di Via Benedetto Croce – Nel contesto storico attuale, padre Giacinto Cataldo ha consegnato personalmente per la stampa e alle componenti associative presenti il documento “Nevè Shalom un modello di futuro e di pace da seguire”. Come alleati per un mondo nuovo nel progetto Unesco a San Domenico Maggiore, centro storico di  Napoli 2014 – 2020.

 

 

News di Luglio 2014

Relazioni umane nuove all’insegna della vita plenaria e del sangue.

 

Esiste una responsabilità sociale, umana ed ecclesiale, per la realizzazione del senso della vita e della sorte finale di un proprio simile.

Per gli Israeliti il sangue era portatore di vita (Lv 17, 11), anche identico con la vita (Gn 9,5; Dt 12,23); il sangue di un  ucciso «grida» a Dio (Gn 2, 10).

Nel Nuovo Testamento, l’espressione «Sangue di Cristo» serve per indicare il significato salvifico della morte di Cristo  di cui «una goccia sola è un battesimo che rinnova il mondo intero» (Inno alle Lodi , Solennità del Corpo e Sangue di Cristo). Il Sangue di Cristo unisce gli uomini con Cristo e fra di loro (1Cor 10,16s; Gv 6,54ss):  così da rendere possibile una stretta comunione con Dio.

«L’Unigenito Figlio di Dio, scrive san Tommaso d’Aquino (Opere, Opuscolo 57, nella festa del Corpo del Signore), volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura  e si fece uomo per fare di noi, da uomini, dèi. Tutto quello che assunse lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati».

Tanto, facendo salva la libertà umana anche per gli infanti «non per un atto  d’intenzione propria ma  di coloro che l’offrono, “non per actum  propriae intentionis, sed per actum a quibus offeruntur”» (San Tommaso, Summa Th., III,  q. 68, a. 9 ad 1): infatti con «l’Incarnazione divina si salvano solo quelli che vi aderiscono “per fidem et fidei sacramenta”»(Summa Th. III, q. 8, a. 3 “ad primum”; Gent.IV, 55, 7ª ratio); e inoltre   - per la salvezza di  un infante in caso di necessità «il desiderio del battesimo» -  espresso da chiunque pure  secondo le intenzioni materne della Chiesa (CCC  1256) - «porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento» (CCC 1258)  e proprio perché «non è sacramento», tale desiderio, in pericolo di morte,  è «lecitamente» espresso per la salvezza di un infante di genitori siano essi cattolici che non cattolici, contrari al sacramento (Canone 868, § 2).

Infallibilità pertanto dell’amore redentore di Dio, anche per coloro che non possono ancora averne conoscenza. Né si può obiettare che tali infanti, una volta adulti, saranno  poi obbligati a vivere,  forse loro malgrado,  conformemente al battesimo ricevuto. L’infante è forse meno figlio di suo padre e di sua madre per il fatto che non sa ancora di esserlo? O, divenuto adulto, può adombrarsi del fatto che i genitori l’amavano quando egli non lo sapeva ancora? 

L’amore personale di Dio e del Cristo che ha dato anche per ogni infante il sangue del suo amore e il dono del battesimo resta, per la società civile e, per il mandato esplicito di Cristo (Mt 28, 19-20) soprattutto  per la Chiesa, un compito ed un dovere.

«Il bambino è un’anima sulla quale la madre, quando lo porta ancora in seno,  può agire favorevolmente attraverso il suo pensiero, i suoi sentimenti e il suo comportamento armonico» (Il Maestro, filosofo e pedagogo bulgaro Omraam Mikhaël Aïvanhov, L’educazione inizia prima della nascita, Ed. Prosveta, 2005; Educare alla vita buona del Vangelo, CEI. Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020: “Alla scuola di Cristo, maestro e pedagogo”, n. 1).

 Relazioni umane nuove all’insegna, quindi, della vita plenaria e del sangue (Col 1,3. 12-20). «Ai piedi della croce, nell’ora suprema della nuova creazione, Cristo ci conduce a Maria perché non vuole che camminiamo senza una madre» (Papa Francesco, Evangelii gaudium. Esortazione apostolica, n. 285).

 

News Giugno 2014.

Il mancato battesimo dei nascituri è contro il senso profondo della Redenzione.

Rifiutare la grazia  battesimale ai bambini viventi nel grembo contraddice il senso più profondo della Redenzione ed è   causa di discriminazione battesimale tra persone ante et post partum: “dopo il parto, battesimo sì, prima del parto battesimo no”.

Sta di fatto che, coll’Incarnazione,   Gesù Cristo è il Salvatore del genere umano, genere umano cui appartengono a titolo paritetico e salvifico anche gli infanti sia quelli viventi nel grembo come Giovanni nel grembo di Elisabetta (Lc 1, 41) che quelli usciti finanche in modo violento dal  grembo come nel caso dei feti abortivi viventi (Canone 871).   Pertanto in quanto persone non ancora battezzate anche gli infanti viventi nel grembo sono capaci - se non con il battesimo d’acqua almeno con  il desiderio del battesimo (CCC 1257) espresso da chiunque in nome della Chiesa (CCC 1256) -, di essere rigenerati anche a livello spirituale mediante il Battesimo; sono capaci cioè, fin dal concepimento e dallo stato embrionale, di essere difesi nella loro integrità, curati e guariti come ogni altro essere umano (CCC 2323).  Usciamo pertanto ad offrire a tutti, compresi gli infanti,  la vita di Gesù Cristo; perché, come nascendo incorrono  nella dannazione per via di Adamo, così essi per via di Cristo conseguano la salvezza. 

 

La rigenerazione spirituale prodotta dal  battesimo somiglia in qualche modo alla rigenerazione fisica, nel senso che i bambini, come non prendono il cibo da sé quando sono ancora  nel seno materno, ma – osserva S. Tommaso (S.Th., III., q. 68, a.  9, ad 1) -  vengono sostentati dal nutrimento della mamma, così, finché non hanno l’uso di ragione e vivono quasi  nel seno della madre Chiesa,  non si applicano la salvezza da se stessi, ma  per mezzo della Chiesa.

 

            «Vi è uno stile mariano  nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto … Maria sa riconoscere le orme dello  Spirito di Dio ed è anche nostra  Signora della premura, colei  che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri “senza indugio” (Lc 1, 39)» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, Esortazione apostolica, n 288).

 

 

 

News Maggio2014

 

Con Maria per valorizzare prima del parto e fin dal concepimneto la vita plenaria del nascituro in quanto persona.

 

Il periodo prenatale rappresenta un momento strategico determinante non solo della formazione biologica e psicologica dell’essere umano ma anche della sua prima esperienza conoscitiva. All’inizio del ‘900 a Vienna, in un contesto freudiano, Sabina Spielrein  cercò di mettere in evidenza, nel suo libro “Destruction as a Cause of Coming”,  la fusione dei gameti nel concepimento che dà avvio a dei continui processi di costruzione e di distruzione necessari alla formazione dell’essere umano, i quali poi rimangono attivi nel corso di tutta la vita.  Otto Rank, nel suo libro “Psicologia genetica” dedicato alla psicologia dello sviluppo prenatale,  mise in evidenza  la relazione “madre-bambino” prima della nascita. Inoltre la stessa visione diretta del feto attraverso gli ultrasuoni permette un maggiore controllo della gravidanza, intesa come unità materno - fetale, e contribuisce, con l’avvento della bioetica,  ad ampliare ulteriormente la conoscenza del nascituro e ad aprire importanti  interrogativi etici sulla sua formazione prenatale a livello biologico, psicologico ed educativo.

Oltre alla ragione e  scienza dell’educazione, la Chiesa si avvale pure della Rivelazione per promuovere la vita plenaria del nascituro. Dall’evangelista medico Luca (1, 26-38) sappiamo  che l’Annunciazione e l’Incarnazione del Signore in Maria avvenne quando  il piccolo Giovanni precursore e futuro battezzatore di Gesù era nel sesto mese nascituro in difficoltà nel grembo materno di Elisabetta e inoltre sappiamo che (Lc 1,56) per circa tre mesi (i primi) della sua gestazione, Maria restò, con in grembo Gesù nascituro e pedagogo, in aiuto di Elisabetta presumibilmente, secondo alcuni esegeti, fino alla circoncisione del neonato Giovanni, poi tornò a casa sua.

Negli anni ’80 prese vita in Francia il movimento  di “Educazione prenatale” guidato da Andree Bertin, con l’intento di offrire al mondo  professionale e ai futuri genitori delle indicazioni e dei metodi che li potessero aiutare a vivere l’esperienza del concepimento e della gravidanza. A titolo esemplificativo ricordiamo  i contributi di Federica Maida (“Bagni derivativi”), di Nadia Salvietti (“Eugenetica  omeopatica in gravidanza”) e di Matteo Giannattasio (“Gravidanza e Alimentazione. Nutrire anima e corpo con cibi di qualità”). Le prime esperienze che il bambino vive nel grembo materno rimangono impresse e, salvo rare eccezioni, nascoste nell’inconscio per tutta la vita.  Non sono  di scarsa importanza sul futuro del mondo e della vita il mercimonio dell’utero dato in affitto, le violenze di certe manipolazioni genetiche e la crioconservazione degli embrioni.

Ragione e rivelazione, scienza e fede sono per la vita plenaria e per la dignità della persona umana  fin dal concepimento e prima della nascita: perché concepimento e nascita vengono attribuiti secondo la natura umana alla persona che viene concepita e nasce (S. Tommaso d'Aquino, Summa Th. III, q. 35 art. 4; Giovanni Paolo II, Catechismo della Chiesa Cattolica nel n° 2323 e Benedetto XVI, Compendio. Catechismo della Chiesa Cattolica n° 257: Chi può ricevere il Battesimo?). Anche per il nascituro in quanto  persona valgono quindi i meriti di  Gesù Cristo Salvatore del genere umano; fin dal concepimento come per l’Immacolata concepita “piena di grazia nel grembo di Sant’Anna e prima del parto come per il precursore Giovanni santificato nel grembo di Elisabetta grazie alla mediazione materna di Maria, Nuova Eva,   primizia della Chiesa e aurora del mondo nuovo.

 

 

News Aprile 2014

 

Senza discriminazione o dogana pastorale,.la lavanda del Giovedì Santo pure per la Vita nascente?

 

La lavanda dei piedi, che per tradizione viene fatta nel Giovedì Santo, significa per la Chiesa il servizio  e la carità di Cristo che è venuto per servire e non per essere servito.

Nel Giovedì Santo 2011 a Buenos Aires, il cardinale Jorge Bergoglio, primate d’Argentina, eseguì, senza discriminazione tra nascituri e nati,  la lavanda dei piedi anche per vita nascente e per madri in attesa. Perché «fin dal concepimento - è dottrina della Chiesa -  il bambino ha diritto alla vita» e fin dal suo stato embrionale, egli, ante et post partum,  «deve essere trattato come una persona»,  «difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2322 e 2323; Canone 871; Isaia 49, 15-16; Mt 18, 10.14; 19,14; Mc 10, 14; Lc 18,16).  Pertanto come «ogni persona non ancora battezzata» (Compendio del Catechismo della Chiesa C., 257), il nascituro, nel grembo materno, è già capace di diventare «santo» e «figlio adottivo di Dio» mediante i meriti di Gesù Cristo, “Sacramento dell’incontro con Dio” (E. Schillebeeckx) e “nostra Pasqua” (1 Cor 5, 7). «Tutte le azioni di Cristo, in virtù della divinità, agiscono strumentalmente in rapporto alla salvezza umana» (Tommaso d’Aquino, Summa Theologie, III, 48, 6, c).

 Guardare Maria nell’Annunciazione del Signore,  riflettere nell’obbedienza della fede sul “fiat” all’Incarnazione per opera dello Spirito  Santo, seguire l’umile  “serva del Signore” nei tre mesi della Visitazione ad Elisabetta (Lc  1, 56), ci permette di avere, “nel pellegrinaggio della fede”. una visione più chiara non solo sulla Chiesa e sulla salvezza plenaria della vita nascente ma ci aiuta anche a capire in certo modo la particolare natura dell’infallibilità del Papa. Nel 1854, quattro anni prima delle apparizioni della  Madonna a Lourdes, Pio IX con la Bolla Ineffabilis Deus, proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione e cioè che la beatissima  Vergine Maria, colmata di grazia di Dio, era stata redenta fin dal concepimento in «previsione dei meriti di  Gesù Cristo Salvatore  del genere umano» - genere umano che, per logica di ragione e diritto di natura, include pure i concepiti di ogni popolo e nazione.

Nella sua misericordia e a compimento del suo disegno di salvezza (Isaia 7,14; Mt 1, 23), «Jahvé stesso» attraverso il suo angelo (Mt 1, 20-21), venne in aiuto della gestante  Maria e del nascituro Gesù perché venissero accolti da Giuseppe (Mt 1, 24) e non venissero abbandonati (Mt 1, 19).

 

Proprio nella festa liturgica della  Divina Misericordia di quest’anno 2014, il 27 aprile, II Domenica di Pasqua detta in Albis, Papa Francesco iscriverà nell’Albo dei santi Papa  Roncalli e Papa Wojtyla, due gigantesche figure di straripante bontà anche per i bimbi cui viene impedito di nascere alla vita del corpo con l’aborto e alla vita dell’anima con il mancato battesimo.

Restò famosa  infatti la «carezza» ai bambini nati inviata da Papa Roncalli, la sera dell’apertura del Concilio Vaticano II: tornando a casa  fate una carezza ai bambini e dite loro che è la «carezza del Papa». Per il numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, Papa Wojtyla affidò a Maria,  aurora del mondo nuovo e Madre dei viventi (Evangelium Vitae, 105),  la causa della vita. Ogni bambino generato è segno indelebile di Dio a cui  «nulla è impossibile» (Lc 1, 37).   Dobbiamo guardare, riflettere e seguire Maria.

Papa Francesco – che per la stessa causa della vita,  ha invitato medici e ostetriche  a vedere il volto di Cristo nei bambini non nati -,   invita inoltre i pastori d’anime a considerare che (Marco 10, 13-16) quando si chiede di entrare nella grazia di Dio, «non dobbiamo istituire l’ottavo sacramento, quello della dogana pastorale!».

 

 

 

News Marzo 2014

 

Con Maria, una diversa coscienza sociale della giustizia e della pace.

Nell’incessante lotta “tra il bene e il male”, “tra l’uomo del peccato e l’uomo della grazia”, la Madre del Verbo incarnato, appare, prima e dopo il parto,  come soccorritrice sociale, “profondamente radicata nella storia dell’umanità”, “maternamente presente e partecipe nei molteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singoli, delle famiglie e delle nazioni” (Redemptoris Mater, 52; Esortazione Evangelii gaudium). Il “principio mariano guida la Chiesa accanto a quello pietrino”: non si tratta di “cambiare la dottrina ma di andare  in profondità” (Papa Francesco). In vista del futuro nostro e dei nascituri, la Vita plenaria, ante et post partum,   è una  sfida  necessaria  sia  a  livello politico  in nome della ragione che a livello  ecclesiale in nome della fede (L’Osservatore Romano, 9 gennaio 2014, Venti Paesi dell’Ue a difesa dell’embrione umano Il successo di Uno di noi ).  

Alla scuola di Maria e di Giuseppe, uomo giusto e  fabbro di Nazaret, le sfide etiche ed educative della legalità e della giustizia sociale passano pure per la vita nascente (cfr link “Libri su vita plenaria e primato della persona ante et post partum”). 

 

 

 News Febbraio 2014.

 

Nella e dalla famiglia,  il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini.

 

A livello antropologico,  venire all’esistenza con il concepimento della persona (soggetto di diritto ante et post  partum) è più importante che venire (post partum)   alla luce con la nascita. Infatti la persona, soggetto di diritti compreso il diritto alla vita plenaria e il diritto all’educazione,  incomincia ad esistere con il concepimento e non quando viene alla luce con la nascita. Nella e dalla famiglia, si trova il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini. La sfida educativa di Dio parte da una comunità d’amore (la Trinità) e, a livello salvifico,  si prolunga,  “prende carne” nella e dalla famiglia, “prima cellula sociale”. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a Maria promessa sposa di Giuseppe (Lc 1, 27), quando  nella casa di Zaccaria, Elisabetta, anziana e in difficoltà,  era al sesto mese (Luca 1, 26.36). Educare alla vita buona del Vangelo  “ante et post partum” è la sfida dei tempi nuovi alla scuola di Cristo, maestro e pedagogo, fin dal concepimento (Link Libri e riviste).

 

News gennaio 2014.

Vita plenaria della persona “ante et post partum”

 

Dio crea ciò che ama e redime ciò che ri-crea. Nella prospettiva dell’amore va indagata anche la connessione tra fede e verità per la Vita plenaria della persona “ante et post partum”; sia a livello ontologico (1° mistero del gaudio, Annunciazione - Incarnazione) che a livello missionario e pastorale (2° mist. del gaudio,Visita ad Elisabetta). Per l’Incarnazione, Cristo, in Maria,  assume la nostra umanità e, mediante la visita di Maria, Egli, missionario, maestro e pedagogo fin dal concepimento, “festinanter”, in fretta, va per tre mesi in aiuto del Battista nascituro e della gestante Elisabetta;  che, entrambi al sesto mese ciascuno a modo proprio, percepiscono e testimoniano la presenza salvifica del Signore. Pertanto nella e con la Chiesa, “per fidem et fidei sacramenta” anche  gli infanti, ante et post partum, possono essere “toccati” da Gesù che è Nuovo Adamo e Salvatore del genere umano (Bolla Ineffabilis Deus, sull’Immacolata; Summa Th. III, q. 8, a. 3 “ad primum” e q. 55, a. 2, ad 1; Gent.IV, 55, 7ª ratio; Evangelii  gaudium, nn. 27, 35; Gaudium et spes, n. 22; CCC 2323). 

 

Nuova Eva, o Maria, sei Tu  dal concepimento a morte naturale, siamo figli Tuoi; nel grembo Tuo, la nostra natura umana è stata unita alla natura Divina di Gesù che, dall'alto della Croce, ci ha consegnati a Te. Onnipotente per grazia e Immacolata  Madre nostra, prendici per mano, prega  e cammina con noi; perché nella e con la Chiesa parlare con Dio nella preghiera è la prima condizione per parlare bene di Dio nella predicazione(Link per l'anno della Fede)

 

 

 

News Dicembre 2013                                      

Dicembre mese della doppia nascita

 Dicembre mese della doppia nascita ma anche della doppia tutela della vita nascente, quella del concepimento, “ante partum” (8 dicembre con l’Immacolata) e quella del “Natale” (25 dicembre con Gesù, il “Sole” vero).

La parola “nascita” significa “venire alla luce” attraverso il parto (25 dic.), ma significa  anche “inizio” e “venire all’esistenza” mediante il “concepimento” (8 dic.). La tutela giuridica vale  quindi in entrambi i casi, sia prima che dopo il parto.

Sulla soggettività giuridica dei nascituri, già nel diritto romano del periodo augusteo è scritto:  «Qui in utero sunt … intelleguntur in rerum natura esse» (D. 1.5.26).  «I concepiti sono da considerare come già esistenti, già nati; “Nasciturus pro iam nato habetur”» (D. 1.5.7). «La sola ragione è sufficiente per riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana … Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, 213-214).

La dignità umana e personale dell’infante, ante e post partum, resta quindi la stessa. San Tommaso d’Aquino (Summa Th. III, 35 a 4) precisa che “concepimento” e “nascita” sono “detti e attribuiti secondo la natura nella quale la persona viene concepita e nasce”.  Tale relazione antropologica e  filosofica alla persona, come soggetto di diritti a livello etico e scientifico, deve valere non solo “post” ma deve valere anche “ante  partum” (Dignitas personae, su alcune questioni di Bioetica, 1). Questo principio fondamentale, che esprime un grande “sì” alla vita umana,  deve essere posto al centro nella sua integrità e deve essere difeso, nei rispettivi campi, fisico e spirituale, dallo Stato e dalla Chiesa.

                            In particolare nella e con la Chiesa, il Battesimo è «nuova nascita», diamolo anche ai concepiti cui viene impedito di … “nascere”.  Che i  meriti  salvifici di Gesù Redentore siano applicabili anche prima del parto è verità di fede definita in modo solenne da Pio IX con la Bolla Ineffabilis Deus, definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione, redenta e colmata di grazia fin dal suo concepimento «in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano». Anche i nascituri quindi sono capaci di divenire figli di Dio in Cristo. «Creatore degli astri, Verbo eterno del Padre, la Chiesa a te consacra il suo canto di lode» (Inno ai Vespri del Tempo di Avvento).

 

 

News Novembre 2013

Novembre 2013, Mese del traguardo?

Per quanti nella fede vivono il pellegrinaggio terreno il clima liturgico che caratterizza novembre è tipicamente escatologico con la solennità dei Santi (1°), la Commemorazione dei fedeli defunti (2°) e la presenza della grazia “regale” intesa come il “già e non ancora”  che libera gli uomini e, attraverso la loro collaborazione nella e con la Chiesa, libera tutte le creature dalla schiavitù mortale dell’Avversario: il tuo popolo, Signore,  per intercessione della beata Vergine Maria, partecipi alla pienezza della tua grazia (21   Presentazione della beata Vergine  Maria). Novembre  mese del traguardo e del futuro?  Chiunque fa la volontà del Padre che è nei cieli (Mt 12, 50), viene a trovarsi sulla strada del Regno tra i familiari di Cristo Redentore che, con il sacrificio pasquale della sua croce, è costituito Re e unico Salvatore del genere umano (Domenica 24 novembre ultima del Tempo ordinario, Solennità di Gesù Cristo Salvatore universale e Re dell’Universo e conclusione dell’Anno della fede, Porta fidei – Lumen fidei). Dio ha creato ogni cosa non per la condanna ma per la salvezza di tutti, fin dal loro concepimento. È certamente molto diverso per il futuro del bambino vivere o non vivere una maternità in grazia e in comunione con Dio, sia per la sua vita futura che per la società.

Che i meriti della Passione di Cristo siano applicabili pure nel grembo materno per la vita plenaria dei concepiti, è una verità di fede che non solo  corrisponde al disegno eterno di Dio (Ef 1, 3-6.11-12), ma corrisponde anche  al fatto che, «festinanter, in fretta»,  nel grembo materno di Elisabetta, fu santificato al sesto mese il piccolo Giovanni,  precursore scelto per andare «innanzi al Signore a preparargli le strade» (Lc 1, 77); ed è inoltre verità insegnata in modo solenne dalla stessa Chiesa che cioè i meriti della Passione, siano applicabili fin dal  concepimento (Bolla Ineffabilis Deus di Pio IX sull’Immacolata) e  che, prima del parto, ad ogni concepito «va riconosciuta la dignità di persona»  (Congregazione per la Dottrina della Fede Dignitas personae, 1);  per cui, fin dal suo stato embrionale, il concepito «deve essere trattato come una persona, difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (Giovanni Paolo II, Catechismo della Chiesa Cattolica, 2323): tanto  non solo per la vita fisica ma anche per  la vita spirituale: non solo  con il Battesimo di acqua come per il feto abortivo  post partum  (Canone 871) ma per tutti, ante  e post partum, con il battesimo di desiderio perché   «pureil desiderio del Battesimo porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento» (Giovanni Paolo II, Catechismo della Chiesa Cattolica, 1257). Tanto, come ogni altra persona «non ancora battezzata»  (Benedetto XVI, Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio. 257). I Sacramenti non sono apparenze, non sono riti, ma sono la forza di Gesù Cristo presente (Papa Francesco).

Fra gli interrogativi pastorali a conclusione dell’Anno della fede, ricordiamo: Cristo, Sacramento dell’incontro con Dio e Novembre 2013  il  mese della misericordia, costituiscono il già e non ancora della vita plenaria e della solidarietà pure per credenti e non credenti, per residenti e immigrati? Traguardo e speranza di futuro per tutti, residenti e immigrati, è  la risurrezione e non la morte il fine trascendente ed ultimo della vita? Alla scuola di Cristo maestro e pedagogo, educare alla vita buona della grazia vale solo dopo o anche prima del parto? Era necessario che Domenico di Guzman, predicatore della Grazia e fondatore dell’Ordine dei Predicatori, prendesse l’Ufficio del Verbo fin dal grembo materno e prima ancora che la beata Giovanna d’Aza lo desse alla luce?  Il mandato di ammaestrare tutte le nazioni, battezzandole e insegnando loro ad osservare il comando (Mt 28, 18 - 20) che Gesù risorto affidò agli Apostoli vale anche per coloro che con il concepimento iniziano la prima stagione della loro esistenza nel grembo e per quanti, a titolo sperimentale, sono fuori dal grembo allo stato di crioconservazione?

 

 

 

News Ottobre 2013

                   Ottobre per i cattolici è il mese del Rosario e delle missioni. Come risposta al mandato universale di annunciare la Parola e di battezzare (Mt 28, 19-20) che  la Chiesa ha ricevuto direttamente da Gesù Risorto e Salvatore del genere umano.

Tuttavia a livello di grazia battesimale “ante” e “post partum”, sussiste, all’interno della Chiesa, un problema pratico di ordine pastorale che, per taluni aspetti, resta ancora da chiarire; e cioè  chi - troppo piccolo   nel grembo della madre è contagiato dal peccato come da “malattia” ereditaria -, resta, in caso di necessità, fuori dal mandato missionario e salvifico avuto dalla Chiesa? Il potere assegnato alla sua Chiesa dal suo Signore  Risorto è forse un potere che conta solo per chi è all’esterno e non anche per chi è all’interno di quel “sito  naturale e provvidenziale” che è il grembo della madre? Non sussiste forse, a livello pastorale, anche all’interno della Chiesa,  una certa discriminazione di persone tra infanti vivi all’esterno -  battezzati (Canone 871) e se in  pericolo di morte battezzati senza indugio alcuno (Canone 864 § 2) -.   e  infanti vivi  all’interno del grembo materno,  condannati  a morire due volte, nella vita fisica con le manipolazioni genetiche e nella vita spirituale con il mancato battesimo? Insomma ottobre missionario è  solo per i nati e non anche per i nascituri?

 

                   Secondo una statistica dell’Organizzazione per la Salute nel Mondo (Osm), nel solo anno  2008 sarebbero restate vittime di sindrome abortiva 44 milioni di mamme: 3.666.667 in un mese; 846.154 in una settimana; 120.548 in un giorno; 5.023 ogni ora; 84 ogni minuto. Gesù, nascituro di pochi giorni nel grembo di  Maria (“primizia della Chiesa” e “stella dell’evangelizzazione”), si recò in fretta, “festinanter”, dalla casa di Giuseppe alla casa di Zaccaria per tre mesi in aiuto di Elisabetta, una gestante al sesto mese e  del nascituro Giovanni Battista, precursore del  Salvatore. L’artigiano laico di Nazaret, Giuseppe della discendenza di Davide, prese in casa sua Maria gestante e, ancora nel grembo materno, non solo adottò come figlio il nascituro Gesù ma per salvarlo da Erode, lasciò Nazaret e  si rifugiò in Egitto. Per la vita e per la famiglia.

Ottobre, già  mese mariano del Rosario e delle missioni, potrà divenire, per cattolici e laici di buona volontà,    anche tempo di maggiore, concreta  attenzione alle madri gestanti e ai nascituri in difficoltà.

 

 

 

News Settembre 2013   

 

L’embrione, “uno di noi”.

Tra le  tante attività   a far notizia in questo mese di settembre c’è anche l’iniziativa europea  “l’embrione,Uno di noi”, presenza e speranza di futuro per tutti. Il milione di sottoscrizioni richiesto per legge è ormai a portata di mano per dare il maggior peso politico possibile al nascituro quale titolare di diritti umani. Ma anche per prendere coscienza degli stessi  interrogativi seri e profondi sia dentro che fuori della Chiesa; sia a livello di educazione prenatale che a livello pastorale e salvifico dell’embrione nella sua integrità  prima e dopo il parto.   Questa, in sostanza,  è stata anche una delle conclusioni emerse dalla Seconda Edizione (19 – 22 agosto)“Il nascituro, uno di noi a Paestum in vacanza  con noi”:  iniziativa  solidale e culturale del tempo libero per  vivere (nonostante la crisi) il “riposo estivo”, il Vangelo e le vacanze nel sociale e a mare.

 

Oggetto di riflessione per l’aspetto antropologico ed educativo,  sono stati alcuni consigli scientificamente utili per vivere intensamente tutti i nove mesi dal concepimento alla nascita del bambino divisi per trimestre (link): in base alle indicazioni dell’ANPEP (“Associazione Nazionale  di Psicologia e di Educazione Prenatale”) e di Gino Soldera, Le emozioni della vita prenatale. Guida alla scoperta  dell’universo originario del bambino, Macro Edizioni 2000 – 47023  Diegaro di Cesena, FC (link   http://www.anpep.it).-

Quanto all’aspetto salvifico ed ecclesiale, le riflessioni sono partite dalle parole di Gesù:  “non impedite che i fanciulli vengano a me” (Mt 19, 14; Mc 10, 14; Lc 18, 15-17; 8, 54); “guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli;” …”il Padre vostro non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli” (Mt 18, 10.14). Pertanto questi, alcuni interrogativi: Siamo “facilitatori” o “selezionatori”  dell’incontro  tra gli infanti e Gesù, ante et post partum? Permettiamo che la grazia dell’incontro con Cristo, in virtù della Croce,  sia accessibile anche nel grembo materno? Cosa dice la Chiesa?

 

In base al comando ricevuto (Mt 28, 19-20) e all’esempio pratico di Gesù stesso nascituro e già portatore di grazia dal grembo di Maria al nascituro Giovanni nel grembo di Elisabetta (Lc 1, 44 - 45),  la Chiesa è sacramento efficacemente utile, ante et post partum,  affinché, nella fede e a partire dal desiderio del battesimo espresso da un adulto anche  per un nascituro, viene assicurata anche ad un nascituro   la grazia dell’ingresso nella beatitudine eterna (Canoni 867 § 2 e 871).  La ricerca scientifica – è dottrina della Chiesa - deve riconoscere e rispettare fin dal concepimento la dignità della persona nell’embrione (Istruzione Dignitas personae, 1)  ma pure i cristiani nella pastorale per la vita nascente secondo l’insegnamento della Chiesa  devono riconoscere nell’embrione una persona che, in quanto non battezzata, non solo “è capace di ricevere il Battesimo” (Benedetto XVI, Catechismo della C.C. – Compendio, n 257), ma è anche titolare di tutti i diritti umani per  “ essere  difeso e curato nella sua integrità, come ogni altro essere umano” (Catechismo della Chiesa Cattolica,  2323).

Con Gesù o contro Gesù, “maestro e pedagogo”?  Alla luce della fede sempre “da riscoprire” (Papa Francesco, Lumen fidei), “facilitatori di Grazia” o “barriera” che, nell’ordinario e per disinformazione, impedisce alla grazia di agire?    

 

 

 News Agosto 2013

 

 Agosto, per l’Ordine dei Predicatori, è un mese significativo.

 

  Agosto, per l’Ordine dei Predicatori, è, nella e con la Chiesa, un mese particolarmente significativo sia per l’Assunzione di Maria (15 agosto) in cui viene ricordata “l’intercessione e la protezione della B. V. Maria sull’Ordine”, sia per la memoria di san Giacinto (17 agosto) e di santa Rosa da Lima (23 agosto) patrona dell’America Meridionale e delle Filippine, e sia, in particolare, perché il 2 agosto di ogni anno l’Ordine dei Frati Predicatori celebra la memoria facoltativa della beata Giovanna d’Aza, discendente della migliore nobiltà castigliana e madre di tre figli: Antonio, divenuto sacerdote secolare; Mannes, frate predicatore e beato (se ne celebra la memoria il 18 agosto) e Domenico che, fondatore dell’Ordine dei Predicatori,  santo (se ne celebra la memoria l’8 agosto) e “prefigurato in sogno come un fedele cane del Signore”, «prese l’ufficio del Verbo» fin dal grembo di sua madre la beata Giovanna; la quale, «in grazia del bambino nel grembo», ottenne che una botte vuota si riempisse di vino buono dicendo semplicemente:  «Signore Gesù Cristo, anche se non sono degna di essere esaudita per i miei meriti, esaudiscimi in grazia del bambino che porto in seno» (Memoria liturgica della b. Giovanna d’Aza, madre di san Domenico, “Proprio dell’Ordine dei Predicatori”, I ed. in lingua italiana 1999, p. 524).

Da diverse parti, in questo tempo di crisi e di manipolazioni genetiche,  si auspica che, per la carità e la fedeltà alla Parola di Dio, la beata Giovanna venga proclamata dalla Chiesa  patrona delle gestanti specie se in difficoltà.

“Beato il grembo che ti ha generato” è l’espressione  usata da una donna nei confronti di Gesù (Luca 11, 27-28), ma, per la carità verso i poveri e la fedeltà alla Parola, può valere anche per Domenico di Guzmán che, fin dal grembo materno prese l’ufficio del Verbo e per la sua beata madre Giovanna d’Aza che, per i “frutti” generati, fa ricordare l’esultante esclamazione di Elisabetta gestante al sesto mese nei confronti di Maria: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (Lc 1,42). Sulla  “strada” della vita, l’embrione è “uno di noi”. Perché, nel grembo materno, non deve esultare come esultò il nascituro Battista nel grembo di Elisabetta?

  

 

News Luglio  2013

 Nel sangue di Cristo,  vita plenaria pure per la vita nascente

 

Luglio, per la Chiesa, è  mese del sangue  di Gesù,  redentore del genere umano e principio di vita plenaria ante et post partum (Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus). “Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45); “per Dio nulla è impossibile” (Lc 1, 37). Primizia della Chiesa, segno di un nuovo inizio e icona perfetta della fede, Maria, con la sua vera maternità, ha assicurato al Figlio di Dio carne e sangue con cui, crocifisso e risorto, ci attira a  Sé per poterci salvare (Gv 12, 32).  La luce della fede che illumina tutto, ci aiuta a capire meglio anche la struttura del Battesimo amministrato ai bambini (Papa Francesco, Lumen fidei, 43).

Per tutti quelli a cui il diritto sacro di nascere  è negato, per quelli le cui vite sono minacciate proprio da coloro che dovrebbero difenderle, l’iniziativa europea “Uno di noi” interpella,  a livello antropologico, istituzionale e laico,  la  coscienza democratica e civile sia all’interno della società politica che all’interno istituzionale e missionario della  Chiesa (Mt 28, 19-20): infatti proprio a livello antropologico che è livello comune per credenti e non credenti, «l’embrione deve essere difeso, curato e guarito nella sua integrità come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2323); poiché, ante et post partum (Canone 871 e Canone 867), essendo persona (Dignitas personae, 1), l’infante è capace di ricevere anche la vita plenaria mediante  il battesimo come ogni persona non ancora battezzata (Benedetto XVI, Compendio del Catechismo CC, n.257). Il bambino, in quanto “infante” ante et post partum, non è capace di un atto libero che accolga la fede da solo, e proprio per questo la  fede è confessata dai suoi genitori e dai padrini in suo nome.  La grazia battesimale  dei bambini evidenzia la sinergia che sussiste tra Cristo Risorto,  Chiesa e famiglia nella trasmissione della fede, non solo per generare figli alla vita fisica ma anche per generarli alla vita  spirituale e alla “Comunione dei santi” portandoli a Dio secondo la volontà di Dio (Lc 18,16; Mt 19, 14; Mc 10,14);  perché, attraverso il Battesimo di acqua o di desiderio  (in ogni caso sempre, quanto agli effetti “prima Pasqua”), siano generati in Cristo  pure come figlio  ed eredi di Dio (Ef  1, 3-6 .11-12).

 

                La sfida plenaria  della vita viene in certo modo pure da laici di buona volontà  in nome stesso della ragione, tratto distintivo dell’essere umano, con triplice significato: la facoltà umana di conoscere discorsivamente, la razionalità generale dell’universo, il fondamento per cui è o si fa  una cosa. In Cristo, “luce del mondo” e  “delle genti”, la ragione non è mortificata  ma riceve il dono di una luce superiore, quello della fede che illumina la vita  e la storia dell’uomo  in tutte le sue dimensioni. Nella fede, infatti,l’ “io” del credente  si espande per essere abitato da un  Altro, per vivere in un Altro, e così la sua vita si allarga nell’Amore  al “noi” mediante  l’azione propria dello Spirito Santo  infuso,   come in un tempio, nei nostri cuori (Papa Francesco, Enciclica Lumen fidei). 

 

News 1 Giugno 2013

 

Fino a quando per gli infanti,  viventi nel grembo, resterà chiusa, all’interno pastorale della Chiesa,  la porta dei diritti umani e, quindi, anche la porta del diritto alla vita in grazia di Dio e all’educazione prenatale?

 Pedagogo e bimbo prenatale nel grembo di Maria, Gesù, venuto per unire a sé fin dal concepimento tutta l’umanità,  si recò, in fretta e per circa tre mesi nella casa di Zaccaria,  allo scopo di santificare e di  educare il suo precursore Giovanni, nascituro al sesto mese nel «grembo di Elisabetta»  (Luca 1, 42-44).  

La crisi mondiale che tocca la finanza e l’economia sembra mettere  in luce le deformità   della  prospettiva antropologica “Usa e getta”; una prospettiva cioè dello “scarto” che, nell’immaginario collettivo (ed educativo), riduce l’essere umano, l’embrione, a un bene di consumo che si può usare  e poi gettare. Invece la realtà concreta è ben diversa.

 

«Il nascituro è un essere reale, vivo e concreto con una propria individualità fatta di caratteristiche, limiti e capacità, operanti sul piano fisico e psichico, in continua e costante globale interazione con la madre. Pur essendo contenuto dalla madre, il nascituro è in diretta relazione e comunicazione con lei» (Dr. Gino Soldera, Conoscere il carattere del bambino prima che nasca, Ed. Bonomi 1995, p. 96).

 

Lo Statuto giuridico dell’embrione, “Uno di noi”, è coerente e conseguente azione istituzionale di democrazia laica e aconfessionale ben informata. Dalle parrocchie alle piazze, firmiamo per il futuro. Per la dignità di tutti e quindi anche dell’intera società umana. Fedeli all’uomo con tutti i Laici di buona volontà in Europa e nel mondo; fedeli a Dio con tutti coloro che, oltre alla dimensione fisica, ritengono che fin dal concepimento in ogni essere umano sussiste anche una dimensione trascendente ed eterna.

 

 

 

News 12 maggio 2013  
 

 

«A che debbo che la madre del mio Signore  venga a me?» (Luca, 1,44).  Gesù, già «Signore» fin dal concepimento - è verità di fede per la Chiesa -, ristabilisce la piena comunione dell’umanità con Dio fin dal concepimento e prima ancora di nascere (Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus sull’Immacolata Concezione di Maria). Le  conoscenze più sicure oggi disponibili sulle emozioni della vita prenatale indicano che durante il periodo della vita prenatale il bambino pone le basi del suo sviluppo fisico e psichico e del suo comportamento futuro (Gino Soldera, psicologo, docente di psicosomatica e presidente dell’ANPEP  - link: http://www.anpep.it/ ). Il primato della persona fin dal concepimento e  prima della nascita  risulta evidente come verità di ragione e di logica oltre che di fede;  perché, secondo la natura umana,  concepimento e nascita vengono attribuiti  alla persona che viene concepita e nasce (San Tommaso d’Aquino, Summa Th. III, q. 35 a. 4). Bibbia, fede, psicologia, scienze dell’educazione e antropologia fondano e spiegano l’iniziativa “Parrocchie per la vita, domenica si firma”: «l’embrione uno di noi». Entro il 1º novembre, raggiungere il traguardo  del milione di firme necessario per chiedere alle istituzioni europee di riconoscere la dignità giuridica dell’embrione: «Uno di noi, anch’io sono stato un embrione. Puoi metterci la firma».

 

 

 

 

News  di  Aprile  2013

 

Non credenti e credenti (lo sappiano o no) sono uniti («il fatto è fatto»)  tra loro e con Dio in virtù della nuova antropologia inaugurata, con l’evento dell’Incarnazione divina del Verbo (Gv 1,14; Lumen gentium, 52), nel grembo di Maria «madre dei viventi», «Madre di Dio e Madre degli uomini» (Lumen gentium, 56 e 69): Gesù Cristo, «l'Uomo nuovo»  che «svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» (Gaudium et spes, 22), è il Salvatore del genere umano non solo dopo il parto ma anche fin dal suo  concepimento (Ef 1,3-6.11-12).  Che i meriti pasquali  della Passione  possano essere applicati anche prima del parto ai nascituri nel grembo della madre, è verità definita in modo solenne dalla stessa Chiesa. Nel 1854, con la Bolla Ineffabilis Deus, Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione e cioè che la beata  Vergine Maria, «in previsione dei meriti di Gesù», fu redenta e resa piena di grazia fin dal concepimento. Inoltre la Chiesa chiama «incarnazione» il fatto che il Figlio di Dio, fin dal concepimento nel grembo materno di Maria, ha assunto la natura umana per realizzare in essa la  salvezza del genere umano a cui, per legge di natura, appartengono fin dal concepimento anche i nascituri.

 

        Pertanto sempre più viva in noi è la convinzione (quindi anche la spes orans!)  secondo cui il mandato di battezzare dato  da Cristo risorto alla Chiesa possa estendersi a certe condizioni determinabili dalla Chiesa stessa e previo consenso di almeno uno dei genitori (Canone 868 §1,1°) , anche ai nascituri, specie se per malattia o aborto vengono condannati a morire nel grembo materno. Essendo persona fin dal concepimento (Dignitas personae, 1), ogni nascituro, in quanto persona non ancora battezzata, è capace di ricevere il Battesimo (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 257) e di essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano (Catechismo della Chiesa Cattolica 2323): allo stesso modo del feto abortivo (Canone 871).

 

La Chiesa, stante il mandato ricevuto,  non conosce altro mezzo all’infuori del Battesimo per assicurare l’ingresso nella beatitudine eterna (CCC 1257) e, in assenza del Battesimo d’acqua, almeno con il desiderio del Battesimo che anche senza essere sacramento (CCC 1258), porta i frutti del Battesimo e proprio perché non è sacramento  non diminuisce, in caso di sopraggiunta guarigione e nascita, la necessità del  Battesimo. «Il tema è interessante dal punto di vista pastorale» (così, il Card. Jorge Mario Bergoglio – futuro Papa Francesco - a Fabio Fiorito il 28 maggio 2011 – Link: www.gruppodelsabatosera.it/documenti/letterajmb.jpg   “La vita uno sguardo alle vite che non nasceranno mai”).

 «Esperta in umanità per l’intima unione con l’intera famiglia umana» nello «scrutare i segni dei tempi e interpretarli alla luce del Vangelo» (Gaudium et spes, 1 e 4) «a servizio di Dio e a servizio del mondo in termini  di amore e  di verità, tutta la  Chiesa, in tutto il suo essere e il suo agire, quando annuncia, celebra e opera nella carità, è tesa a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo che riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione» (Paolo VI, Populorum progressio, 14; Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 6-7; Benedetto XVI, Caritas in veritate, 11).




News di marzo 2013

 

A livello educativo e attraverso la rispettiva  madre gestante,  i nascituri, finché vivono nel grembo,  socializzano comunicando tra di loro e all’esterno, con il mondo che li circonda. Comunicazione questa che risulta impossibile per la vita plenaria sia dei nascituri ingiustamente crioconservati che per i condannati all’aborto come pure per i concepiti condannati nell’incubatrice a crescere fuori del grembo materno: grembo materno che, per legge di natura e dignità di tutti, costituisce, in ogni luogo e nazione,  la più idonea culla vitale per la prima e più decisiva “stagione” di vita e di futuro per ogni essere umano che viene in questo mondo ( Link   Il documento Getsemani. La risposta dello psicologo,  a Padre Giacinto M. Cataldo, La Vita. Uno sguardo alle vite che non nasceranno mai, Ed. Migrè, giugno 2008, pp. 120-121). 




News 
di febbraio 2013 (Via Crucis).

 

 

Leggi di uomini e Legge di Dio. Vita nascente e “Mysterium fidei” della

VIA CRUCIS 2013.

Nell’Anno della Fede e sulla Via della Croce, l’embrione umano è

«uno di noi» che cammina con noi.

 

EUCARESTIA - CROCE - RISURREZIONE    

Occorrono parole nuove per la sfida culturale e battesimale sul tema della vita plenaria anche “ante” e non solo “post partum”. Memoriale necessario per organizzare la speranza   è la Via Crucis con il valore universale dei suoi frutti.

 

               La Vita buona del Vangelo – già programmata dall’eternità (Ef 1, 3-6.11-12; Col 1, 18-20) e “in previsione dei meriti della Croce anticipata con l’Immacolata nel grembo di sant’Anna - viene offerta a tutti per mezzo di Gesù Cristo Redentore del genere umano e sacramento universale dell’incontro con Dio fatto uomo nel grembo di Maria con il «Sì» di Maria. Il Giovedì Santo nell’ultima Cena, Gesù, con l’Eucaristia, anticipò sia i frutti del sacrificio della Croce che la Vittoria della Risurrezione pasquale a cui il Battesimo come “Prima Pasqua” è strutturalmente e significativamente connesso. Così dice il Signore: «Grida, alza la voce a squarciagola» (Isaia 58, 1); «nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre» (Salmo 50). «In quel tempo si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni» (Mt 9,14). “Alla Scuola di Gesù” e in considerazione del “festinanter” di Gesù, nascituro di cinque giorni in aiuto di Elisabetta per tre mesi, non esistono neoconcepiti e gestanti di scarto.

Alle nostre e alle altre firme per l’iniziativa popolare europea One of Us, aggiungiamo il Rosario pro-life e il valore battesimale della Via Crucis (Vedi Link) e ( Link ) .

 

 

 

News di febbraio 2013.

 

Giornata per la vita (3 febbraio 2013) – La notizia smarrita.

 

San Tommaso d’Aquino (S. Th. III, 8, 3 ad primum; Gent. IV, 55, 7ª ratio), insegna che, per l’Incarnazione divina, si salvano solo coloro che vi aderiscono con la fede e i sacramenti. Ma se gli uomini di qualunque popolo e nazione, non sanno (questa la notizia smarrita!) che, fin dal concepimento, la loro natura umana è unita alla natura divina, come potranno aderirvi   «per fidem et fidei sacramenta»? La Chiesa insegna che «il desiderio del Battesimo, porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento». Nel rispetto della libertà. E proprio perché non è sacramento, il desiderio del battesimo - espresso nella fede della Chiesa pure per un infante da chiunque e anche da un pagano - non lede la volontà eventualmente contraria dei genitori (Canone 868 § 2), né lede la possibilità di ricevere poi il battesimo di acqua quando genitori e Chiesa lo decideranno (Canone 867 §§ 1 e 2). Pertanto, obbedendo a Dio e nel rispetto della volontà dei genitori (Canone 868 § 1), ogni persona fin dal concepimento e non ancora battezzata, è capace (anche se infante non battezzato) di ricevere la vita nuova della grazia cioè i frutti del Battesimo mediante il desiderio e nella fede della Chiesa. La Madonna, stella dell’evangelizzazione, e San Domenico, “caritas in veritate” e predicatore universale della grazia, ci prendano per mano e ci accompagnino sempre (vedi Link)

 

 

 

News gennaio 2013.

 

     Il 2013 auspicato, nella fede, pure come Anno Nuovo per la vita plenaria dei nascituri.

 

Poiché i bambini vengono concepiti con una natura decaduta e contaminata dal peccato originale, hanno bisogno del Battesimo, nuova nascita, per esserne liberati (CCC 1250). Secondo il diritto romano del periodo augusteo: «Qui in utero sunt …intelleguntur in rerum natura esse» (D. 1.5.26). «I concepiti sono da considerare come già esistenti, già nati; “Nasciturus pro iam nato habetur”» (D. 1.5.7). Il nascituro è da considerare già nato (“L’Osservatore Romano” del 19 giugno 1997: “Un Seminario a Roma, I nascituri nei sistemi giuridico-religiosi”, in occasione del XX anniversario della morte di Giorgio La Pira).

                 Anche a livello educativo, il concepito va riconosciuto come già nato; perché, fino a che distinto come persona vive tuttavia in un solo corpo con la madre gestante, egli prevalentemente viene a contatto fisico immediato con il mondo esterno attraverso i cinque sensi ubicati sulla testa della madre (Gino Soldera, Conoscere il carattere del bambino prima che nasca, Bonomi Ed., 1995; Le emozioni della vita prenatale, guida alla scoperta dell’universo originario del bambino, Macro Ed. 2000. Gino Soldera, già psicologo e psicoterapista, è docente di Psicosomatica e presidente dell’Associazione Nazionale di Psicologia e Educazione Prenatale. Link). All’occorrenza, basta toccare anche solo la testa della madre per arrivare, «nella sua integrità», al bimbo portato nel grembo.

 

Senza discriminazione di persona fra chi è all’interno e chi invece è all’esterno del grembo materno: perché «dal momento che deve essere trattato come una persona fin dal concepimento, l’embrione deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2323). In particolare «la Chiesa non conosce altro mezzo all’infuori del Battesimo per assicurare l’ingresso nella beatitudine eterna» (CCC 1257).

 

Sappiamo, e con dolore, che la strage degli embrioni continua pure con la legge 40; ma che forse, a livello spirituale e stante il comando di Gesù (Mc 16, 16; Mt 28, 19-20), è meno doloroso che il popolo di Dio, per scarsa informazione pastorale, trascuri, pur avendone possibilità e «dovere», perfino il «desiderio del battesimo» per la vita plenaria di bimbi che nel grembo materno, per malattia, manipolazioni genetiche nonché abortive, vengono invece privati non solo della vita fisica ma anche di quella spirituale, a causa dei frutti mancati del battesimo di desiderio? (Link Lettera 24 aprile 2008 di Gino Soldera a Giacinto Cataldo). Sul piano della salute fisica lo Stato riconosce il diritto della mamma a sapere se il figlio non è sano: perché dalla Chiesa sul piano della grazia, la mamma o chi per lei, non deve e non può sapere se e a quale condizione può assicurare con il battesimo la vita plenaria e la salute eterna del figlio condannato all’aborto? Insomma il 2013 auspicato - a livello pastorale e nella fede - pure come Anno Nuovo per la vita plenaria dei nascituri.

 

 

  

 

News di dicembre 2012.

 

Il Natale di Gesù mostra che i diritti dei deboli non sono diritti deboli

 

Gesù si è reso partecipe della natura umana mortale affinché, in ogni concepito umano, ante et post partum, non sia macchiata la “Immagine del Dio immortale”.

Prima ancora di Natale, Dicembre è il mese dell’Immacolata, la donna concepita e già nel grembo materno preservata da ogni macchia originale, in previsione dei meriti di Cristo Redentore del genere umano (link) Gestanti e nascituri affidati all’Immacolata dello Spirito Santo)   Il Diritto romano dell’epoca augustea asseriva che il nascituro “pro iam nato habetur” è, in base all’antropologia cristiana, già soggetto di diritti e di azioni (Benedetto XVI ai partecipanti all’assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita. La vita soggetto di diritto e non oggetto di arbitrio, da”L’Osservatore Romano” del 14 febbraio 2010, pp. 1 e 7).  

 

La parola “nascita” significa «venire alla luce» attraverso il parto, ma significa anche «venire all’esistenza» mediante il concepimento. San Tommaso d’Aquino (Summa Th. III, 35 a 4) precisa che «concepimento» e «nascita» sono «detti e attribuiti secondo la natura nella quale la persona viene concepita e nasce». Tale relazione alla persona, come soggetto di diritti «ante et post partum», vale anche a livello teologico e biblico per l’amministrazione del sacramento del battesimo, che è “nuova nascita” e partecipazione pasquale dei meriti di Gesù Cristo: “Sacramento permanente dell’incontro con Dio, sia «ante – che - post partum»”. Su tale argomento presso la Curia Generalizia “Ordo Praedicatorum” – Roma, Italia, - (http://www.op.org) è consultabile ,, il volume di p. Giacinto M. Cataldo, “La Vita uno sguardo alle vite che non nasceranno mai”, uno scritto alla latina con il doppio genitivo della colpa, “venire all’esistenza”, e della pena, “esecuzione capitale”,   sui “condannati d’aborto”.

 

La sfida plenaria ed educativa 2012 viene non solo dalla Chiesa, esperta di umanità, ma viene pure da laici di buona volontà e non solo in nome della ragione ma anche della scienza. Innanzitutto della ragione che è tratto distintivo dell’essere umano, con triplice significato: la facoltà umana di conoscere discorsivamente, la razionalità generale dell’universo, il fondamento per cui è o si fa una cosa. Scienza & Vita, Associazione di “alleati per il futuro dell’uomo”, ha celebrato il 23-24 novembre 2012 a Roma (Centro Congressi di Via Aurelia), il X Congresso Associazione Scienza & Vita e il XII Incontro Associazioni Locali, sul tema: Embrioni crioconservati quale futuro?

 

La Vita plenaria, in vista del futuro nostro e dei nascituri, dentro e fuori del grembo materno “dopo il concepimento a livello di stato embrionale”, si impone,   non solo per la Chiesa ma anche da parte laica, come una sfida   educativa necessaria per il “futuro” del mondo e dell’umanità. Tra l’altro, infatti, e a titolo di esemplificazione, «si impone in particolare una riflessione seria sugli embrioni crioconservati che, se non trasferiti, hanno un destino incerto. Gli ultimi dati scientifici rilevano gravidanze anche dopo 20 anni di congelamento». Il dolore negato. Non “segreto” o “nascosto”, ma negato. Con quali conseguenze vitali, biologiche e biopsicologiche sui nascituri e sul nostro futuro? ( Link Sviluppo umano integrale nel mondo attuale iniziative per la vita, guidate dall’esortazione apostolica Redemptoris Custos di Giovanni Paolo II e dall’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, in “Domenicani”, bimestrale d’informazione, n. 5 novembre – dicembre 2009, pp. 208-211 Studi: Battesimo).

 

Con il suo Natale, Gesù mostra che, fin dal concepimento, i diritti dei deboli non sono diritti deboli: “per nulla geloso della sua uguaglianza con Dio”, Egli, ante et post partum,   volle farsi, tra noi, come uno noi “perché noi potessimo farci come lui”. «Si rese partecipe della nostra natura mortale per rendere senza macchia in noi l’Immagine del Dio immortale» (Gregorio Nazianzeno).

 

 

News di novembre 2012.

 

Sant’Anastasia (NA). Il premio «La Vita» al domenicano Aldino Amato, battezzatore di Shahbaz Bhatti ex ministro delle minoranze e martire cristiano nel Pakistan dei di diritti negati (vedi link).

 

La nuova evangelizzazione parte da Maria e riguarda tutta la Chiesa. Tra le 58 Proposizioni che i Vescovi sinodali hanno presentato il 27 ottobre al Pontefice, spiccano gli ultimi due numeri (57 e 58), dedicati rispettivamente alla trasmissione della fede e a Maria. Con Maria, unità della Chiesa, condivisione e coraggio costituiscono il modo nuovo di annunciare il Vangelo.

 

In particolare per rinnovare l’incontro personale con Gesù nella e con la Chiesa, spicca l’ultima Proposizione dedicata a «Maria, stella della nuova evangelizzazione».

 

«Come Madre del Redentore – è scritto nella Proposizione n. 58 – Maria diventa testimone dell’amore di Dio. Lei compie liberamente la volontà di Dio»; «è un segno di speranza per i popoli sofferenti e bisognosi»; «è Madre della Chiesa» e «attraverso la sua presenza, la Chiesa può diventare una casa per molti e Madre di tutti i popoli». I Padri sinodali ricordano che sia il Concilio che Papa Paolo VI dichiararono Maria «stella dell’evangelizzazione».

 

 

 

 

News ottobre 2012. Con il Rosario di Maria alle radici missionarie e battesimali dell’educazione cristiana

                                             

                  Il Rosario incomincia contemplando il mistero dell’Annunciazione e dell’Incarnazione del Verbo, dono universale di salvezza fatto a tutti; ma, ordinariamente e stante la libertà umana, con l’Incarnazione divina   si salvano solo quelli che vi aderiscono «per fidem et fidei sacramenta» (San Tommaso d’A., Summa Th. III, q. 8, a. 3 “ad tertium” e Gent. IV, 55, “7ª ratio”). Tanto quindi, cominciando con la fede, “fidei donum”, e con il battesimo, “primo dei sacramenti” e “porta dei sacramenti”.

“Come testimoni della fede” anche prima ancora che il loro bambino venga alla luce (Canone 867 § 1), la richiesta del battesimo, fatta dai genitori costituisce per il figlio battezzando la “prima e fondamentale scelta educativa” (Benedetto XVI, La prima scelta educativa, “l’Osservatore Romano”, 9-10 gennaio 2012, p. 8).

     

                     Educare è certamente compito arduo e primario per tutti i genitori soprattutto oggi, ma diventa meravigliosa missione se la si compie in collaborazione con Dio, che, in Cristo “Parola di verità” a servizio della persona indigente, è il primo e vero educatore di ogni uomo, fin dal concepimento: «A Paestum una tavola rotonda sul tema “Il nascituro, uno di noi in vacanza con noi” (www. gruppodelsabatosera.it / documenti/ cs09_2012.pdf ).

“Il concepimento, nota infatti san Tommaso d’Aquino, viene attribuito alla persona che, secondo la natura umana, viene concepita e nasce” (Summa Th, III,q. 35, a. 4).

 

Dagli Stati Uniti (P.O. Box 41257. Memphis, Tennessee 38174 U.S.A.) per la tutela dei bambini non ancora nati un milione di rosarii, l’Organizzazione internazionale Pro.life “San Michele Arcangelo”(http://www.saintmichaelthearchangelorganization.org/) ha indetto, da sabato   29 settembre a domenica 7 ottobre 2012, un novenario di rosarii uniti alla celebrazione di una Messa. Inoltre giovedì 11 ottobre, 50º anniversario dell’inizio del Vaticano II, si celebra a Roma il Sinodo dei Vescovi e l’ apertura dell’Anno della fede. In occasione di tali eventi così importanti, condividiamo, oltre al Rosario per la tutela plenaria della vita nascente,   una preghiera “A Gesù nascituro e a Maria gestante, primizie missionarie dell’Evangelizzazione, in e per la famiglia” (www. gruppodelsabatosera.it / documenti/rospag8.pdf ). In Cristo e con Maria, l’ecclesiologia missionaria parte dalla e per la famiglia.

 

La Chiesa, escludendo prima e dopo il parto ogni discriminazione di persone, tutela la vita nascente allo stesso modo della vita nata (Catechismo della Chiesa Cattolica 2323): battezza, nei limiti del possibile, i feti viventi (Canone 871), abilitando, all’occorrenza, la stessa madre vincolata «latae sententiae» (Can. 1398), perché, in caso di morte ”(Canone 867 § 2), per il bene del figlio battezzando, «il divieto è sospeso» (Can. 1335) e, in mancanza del battesimo di acqua (CCC 1257), subentra - stante la fede e l‘intenzione della Chiesa (CCC 1256) - «il desiderio del battesimo» che porta i frutti del battesimo, anche senza essere sacramento (CCC 1258); e inoltre proprio perché non è sacramento”, il desiderio del battesimo, espresso per il nascituro, risulta in pratica non lesivo né della legittima volontà eventualmente contraria dei genitori (Canone 868 § 2), né della necessità (che rimane intatta!) di ricevere poi il battesimo d’acqua, nei modi e tempo opportuni stabiliti dalla Chiesa, unica competente in materia. Sempre attuale pertanto - pure per i figli ancora annidati nel grembo” - il monito di Gesù (Lc 18, 16; Mt 19, 14; Mc 10, 14): “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite”.

                                                 “Gli orizzonti immensi della missione ecclesiale, la complessità della situazione presente chiedono oggi modalità rinnovate per poter comunicare efficacemente la Parola di Dio” (Benedetto XVI, Esort. ap. post-sinodale Verbum Domini, 97); con una rinnovata adesione di fede personale e comunitaria a Gesù Cristo, “Redentore del genere umano” e “Parola di verità”; aiutati dalla “Vergine Maria, Madre della Chiesa e stella dell’evangelizzazione” (Lett. ap. Porta fidei, 8 e 6). Il Rosario, con i suoi misteri, e l’Eucaristia ci porteranno alle stesse radici missionarie e battesimali dell’educazione cristiana.   ( Domenico Raio, Rosaria e Fabio Fiorito).

 

 

 

News settembre   2012. La vita plenaria è possibile a tutti, fin dal concepimento.

 

 La speranza cristiana è universale, perché riguarda e abbraccia tutti. In virtù dell’Incarnazione salvifica e nel rispetto della libertà e del desiderio di ognuno, la speranza cristiana infatti riguarda tutti, anche i nascituri dei “ gentili non battezzati” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Dominus Iesus. Dichiarazione circa l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa; Dignitas personae, sulla “dignità” dei concepiti e alcune questioni di Bioetica, n. 1; Benedetto XVI, Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 257, sulla soggettività battesimale; Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus, sull’Immacolata Concezione e la possibilità di applicare i meriti della Passione di Gesù Cristo anche ai concepiti del e nel genere umano).

 

Inoltre, per «l’incarnazione divina che ha unito la natura umana alla natura divina nell’unica Persona del Verbo, si salvano solo quelli che, almeno con il desiderio diretto o indiretto, vi aderiscono «attraverso la fede e i sacramenti della fede, “per fidem et fidei sacramenta”» (San Tommaso d’Aquino, Summa Th., III, 8, 3 “ad primum”; Gent. IV, 55, “ratio 7/ma”).

 

                                   La Chiesa, pertanto, si guarda dal trascurare la missione ricevuta dal Signore di far rinascere “dall’acqua e dallo Spirito “ come pure, in taluni casi, si guarda dal trascurare il desiderio del Battesimo che porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento.

 

Mediante il desiderio del battesimo - nella fede della Chiesa, o per gli infanti, nella fede di almeno uno dei genitori -, la vita plenaria è resa sempre possibile a tutti. Anche quando, per ragioni pratiche, l’amministrazione del battesimo d’acqua dovesse rivelarsi impossibile.

 

Tutti, quindi, dal concepimento a morte naturale, a qualunque popolo o nazione apparteniamo, “siamo tutti chiamati, in Cristo, alla stessa vocazione” e cioè alla Vita plenaria in questo mondo e in quello futuro ad entrare «nella beatitudine eterna».”La vocazione è un dono di grazia del Signore” (Pino Schiralli).

 

Qualora, in pericolo di morte”(Canone 867 § 2), il figlio non potesse ricevere il battesimo di acqua, può ricevere “senza indugio” - stante la fede e l‘intenzione della Chiesa (CCC 1256) -, la grazia salvifica con “il desiderio del Battesimo” che “porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento” (CCC 1258); e proprio perché “non è sacramento”, il desiderio del battesimo per il nascituro risulta in pratica non lesivo né della legittima volontà eventualmente contraria dei genitori (Canone 868 § 2), né della necessità (che rimane intatta!) di ricevere poi il battesimo d’acqua, nei modi e tempo opportuni stabiliti dalla Chiesa, unica competente in materia.

 

Nel mistero del Verbo incarnato, per il piano divino della salvezza - e quindi anche in base all’atteggiamento e alla prassi pastorale della Chiesa -, tutti, «per fidem et fidei sacramenta, per la fede e i sacramenti della fede», sono chiamati alla vita plenaria in questo mondo e in quello futuro ad entrare «nella beatitudine eterna» (Costituzione Pastorale su «Gaudium et spes, La Chiesa nel mondo contemporaneo, nn. 21 e 22»; Ef 1, 2-12; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1257).

 

La Chiesa battezza, pertanto, i feti abortivi (Canone 871) e avverte che, essendo persona fin dal concepimento, l’embrione deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano (CCC, 2323). L’Anno della fede quindi potrebbe valere pure come tempo di speranza e di riscoperta battesimale degli infanti.

 

“Anno della Fede (ottobre 2012 – novembre 2013) e Universalità della speranza cristiana”, documento discusso e condiviso nell’incontro di sabato 22 settembre 2012, nel “cortile dei Gentili” o piazzale della stazione Vesuviana di Madonna dell’Arco (NA).

 

 Con amicizia, Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato – Sant’Anastasia (NA).

 

 

 

 

News Agosto 2012

 

 

Il Regno di Dio, rapporto d’amore offerto pure ad ogni bambino fin dal concepimento.           (Riflessione di agosto affidando alla Madonna, mistero di Gesù e della Chiesa, l’imminente Anno della Fede).

 

Tanti battezzati hanno smarrito identità e appartenenza: non conoscono i contenuti essenziali della fede e pensano di coltivare la vita di grazia prescindendo dalla mediazione ecclesiale che è un rapporto d’amore offerto a tutti e anche ad ogni bambino fin da quando è concepito. Il Regno di Dio (Signoria, sovranità, regalità di Dio) non è un luogo ma un termine per indicare appunto un nuovo rapporto di amore gratuito fra Dio e l’uomo: un rapporto iniziato con la sua Incarnazione, da Gesù Cristo, sacramento dell’incontro con Dio fin da quando nel grembo verginale di Maria, per opera dello Spirito Santo, si fece uomo unendo nella sua Persona divina la natura umana (e quindi in certo modo unendo ogni uomo) alla sua natura divina di Figlio di Dio e di Redentore del genere umano. Concepimento e dono ereditario della nuova alleanza camminano insieme.

 

       Il Regno di Dio è il sogno che è costato la croce. Nelle apparizioni a santa Margherita Maria Alacoque, il Cuore di Gesù si mostra coronato di spine e sormontato da una croce, fin dall’inizio della sua formazione nel grembo. La teologia del Regno è teologia della croce fin dall’Incarnazione. Per i meriti della Passione, la vita vince la morte. Per la vittoria pasquale di Gesù perfino i corpi e l’universo creato risorgono. Espressione chiave del messaggio di Gesù, il Regno di Dio è un regno a cui, per l’Incarnazione, sono chiamati a far parte tutti gli uomini; anche se, di fatto, si salvano soltanto quelli che vi aderiscono «per fidem et fidei sacramenta»;   attraverso la fede (credere in Gesù Figlio messianico di Dio) e i sacramenti della fede ( S. Theol. III, q. 8, a 3 “ad primum”; Gent. IV, 55, 7ª ratio) - In San Tommaso non si trova nessuna trattazione organica su questa importante categoria biblica; tuttavia, l’uso che egli ne fa è importante non solo in relazione al battesimo, condizione ordinaria prima e principale per entrare nel regno dei cieli (III, q. 69, a. 7), ma anche sacramento di identità in relazione all’umanesimo cristiano per ritrovare oggi il mistero smarrito (Inos Biffi, Per ritrovare il mistero smarrito. Riflessioni su Gesù il Signore, l’intelligenza della fede, la scuola dei maestri, Jaca Book, Milano giugno 2012, pp. 221 – 231). “Varcare la soglia della speranza” insieme, con amore: seguendo Maria per la difesa di ogni vita, fin da quando viene concepita. Perché il Regno di Dio è rapporto d’amore anche per la vita nascente, aurora e futuro di un mondo nuovo.

 

 

 

News Luglio 2012

 

 

* Iniziazione cristiana prenatale? Attenzione alla vita di grazia offerta anche ad ogni bambino fin da quando è concepito.

Un bambino inizia il suo percorso verso Gesù nella sua casa e mette buone radici se il clima è accogliente, fiducioso, sereno. Di questo clima ha percezione fin dal grembo materno: sente i suoni, i toni delle voci, gli stati emotivi dei genitori. Dal momento che deve essere trattato come una persona fin dal concepimento, l’embrione deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2323). Grazie al Catechismo, sussidio dottrinale organico e completo per l’incontro con Cristo, l’assenso di fede può diventare, anche per la e sulla vita nascente, criterio di intelligenza e di azione che coinvolge e trasforma tutta l’esistenza.

In ogni parrocchia, è quindi un bene che alcune persone scelgano di dedicarsi al periodo dell’attesa. Una coscienza genitoriale cristiana si forma e cresce camminando insieme nella comunità. La cura dei genitori permette loro di entrare in una visione di cammino in grazia molto legato alla vita quotidiana e li rende consapevoli che la crescita del loro figlio, sulle orme di Gesù nella visita ad Elisabetta, inizia da subito dai rapporti stessi tra genitori e dalle scelte che essi fanno. Prezioso in tal senso, il volumetto di Gabriella Biader, Preghiere nell’attesa. Pagine dedicate a mamme e papà che aspettano un bambino, Centro Ambrosiano, Milano 2011.

 

News Giugno 2012

 

* Battesimo ai nascituri. Prestare attenzione anche al periodo dell’attesa. Dio, di cui ogni bimbo concepito è immagine, è diventato il grande sconosciuto del nostro tempo. Oggi agli occhi di molti, in Europa e altrove, il bimbo concepito non è   «uno di noi», una persona come noi, un essere umano nostro concittadino. Ma, secondo loro, è soltanto «un grumo di sangue più abbondante».   In realtà ogni bambino entra nella storia non nel giorno della sua nascita, ma molto tempo prima.

     La Chiesa, che riconosce Dio subito all’opera, ha perciò a cuore ogni vita umana fin dal suo inizio: crede in un solo Padre onnipotente che continua e compie in ogni bambino la sua creazione fin da quando è concepito; crede in un solo Signore Gesù, che vuole compiere in ogni bambino la sua redenzione; crede nello Spirito santo che offre ad ogni bambino la vita divina.

La comunità cristiana, che esprime la Chiesa in un concreto luogo storico, fa proprio questo atto di fede, quando, con équipe battesimali, mette in atto opportune azioni affinché queste verità vengano accolte anche per il periodo che precede la nascita. I mesi dell’attesa possono diventare una palestra di apprendimento molto utile, soprattutto per chi da tempo non riflette e non pratica i valori della vita cristiana (Diocesi di Milano, Verso il battesimo. Attesa di un bimbo, preparazione e celebrazione del suo battesimo. Con schede per la formazione e l’annuncio, Ed. Centro Ambrosiano, Milano 2011, p. 23).

 

 

Il  Gruppo del Sabato Sera, con riferimento al VII incontro mondiale delle famiglie (clicca quì per il link),  condivide, come notizia di maggio 2012,   “Gestanti e nascituri affidati nella loro integrità  all’Immacolata dello Spirito Santo” per nuove politiche sociali nel contesto del bene comune, della giustizia e della pace.

 

 Gestanti e nascituri affidati nella loro integrità  all’Immacolata dello Spirito Santo.

 

Immacolata dello Spirito Santo e stella dell'Evangelizzazione, sei la cara Mamma nostra: dal concepimento a morte naturale ci consacriamo a Te, Madre d’Amore;  e, nel nome di Gesù pedagogo prenatale e nascituro di cinque giorni in aiuto di Elisabetta per tre mesi,  ti affidiamo le madri gestanti e tutti  i bambini  che,  nel grembo materno, per malattia, manipolazioni “eugenetiche” o aborto son condannati due volte,  nella vita fisica con l'aborto e nella vita spirituale con il mancato battesimo. Dacci fede, speranza e virtù. Donaci ovunque e sempre tutto il Tuo Gesù. Dal concepimento a morte naturale, splenda sempre in noi la Tua Grazia. Regni sempre in noi la Tua Pace. Viva sempre in noi il Tuo Amore. Raccoglici tutti nel Tuo Cuore, Famiglia e Cenacolo Tuo. Facci  tutti un  Cuor solo ed un’anima sola. Rendici in Te, tutti Amore, Madre nostra e Madre di Gesù.  Te lo chiediamo, nello Spirito Santo, a Gloria di Dio Padre e per la Croce di Gesù. Amen. (Sulle problematiche familiari. A scuola di giustizia e pace: clicca quì per il link )

 

Guida: Nuova Eva, o Maria, sei Tu (Tutti rispondono) dal concepimento a morte naturale, siamo figli Tuoi; nel grembo Tuo, la nostra natura umana è stata unita alla natura Divina di Gesù che, dall'alto della Croce, ci ha consegnati a Te.

Guida: Onnipotente per grazia, prendici per mano e cammina con noi, (Tutti rispondono): Immacolata e Madre nostra, prega per noi e con noi nella e con la Chiesa: perché parlare con Dio nella preghiera è, come già per San Domenico di Guzman, la prima condizione per parlare bene di Dio nella predicazione (Sviluppo integrale nel mondo attuale: clicca quì).   

 

 

 

News Aprile 2012

Pasqua 2012 - Uno sguardo alle vite che non nasceranno mai. Per la vita naturale, la madre sì e per la vita spirituale, la madre no. Perché no? L’annuncio della risurrezione fu affidato alla donna.

             “Donna, ecco tuo figlio – Figlio, ecco tua madre”. Madre e figlio, a livello naturale e spirituale, possono divenire reciprocamente dono pasquale di Cristo, Creatore e Salvatore del genere umano. A livello naturale, «La consapevolezza che il feto è già una personalità, un partner psicologico e sociale per i propri genitori e, grazie a loro, per la società intera, deve essere messa in primo piano» (“La sensibilità umana nella vita prenatale”, Convegno nazionale, organizzato il 23 marzo 2012 a Trieste dall’ANPEPP Associazione Nazionale di Psicologia ed Educazione Prenatale). Questo, in modo evidente e attraverso le donne, risulta anche a livello spirituale in base alla Bibbia (Luca, 1, 26-56: Annunciazione e Visitazione) e all’insegnamento della Chiesa.

Attraverso la madre, infatti, il nascituro - che è persona già nata nel grembo con il concepimento e fin dallo stato embrionale (Dignitas personae, 1) -, «deve essere difeso, curato e guarito nella sua integrità come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2323); sia dentro che fuori del grembo materno (Canone 871). Inoltre, come «ogni persona non battezzata», il nascituro – allo stesso titolo di ogni altro “infante” venuto alla luce con il parto - «è capace di ricevere il Battesimo» (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 257).

 

Inoltre, stando alle indicazioni bibliche (Luca 1, 26-56), risulta che la prima iniziazione cristiana della vita nascente e della maternità in attesa, durò circa tre mesi, fino al lieto evento della nascita nella casa di Zaccaria. Protagonisti principali in senso attivo e passivo di tale iniziazione, furono i nascituri stessi (Gesù e Giovanni) e le madri in attesa (Maria la sposa di Giuseppe e l’anziana Elisabetta sposa di Zaccaria). Attraverso il volto e le cinque facoltà sensoriali delle madri gestanti (Maria ed Elisabetta), i nascituri bambini (Gesù e Giovanni) venivano a contatto con il mondo esterno e comunicavano tra loro. In tale contesto, è possibile il «battesimo prima dell’aborto»? Cosa dice la scienza? «Senza voler esprimere giudizi in materia, che non mi competono, come studioso quello che mi sento di dire è che porre seriamente la questione del battesimo prima dell’aborto può essere molto utile per aprire un dibattito necessario per risvegliare quelle coscienze spesso assopite da una vita vissuta all’insegna del conformismo-consumismo tipico dell’attuale società» (Lettera inviata a padre Giacinto Cataldo il 24 aprile 2008 da Gino Soldera, psicologo, psicoterapeuta, docente incaricato di Psicosomatica all’Accademia Nazionale di Scienze Igieniste e Naturali “Galileo Galilei” di Trento e presidente dell’ANPEP – cfr sito). Pasqua 2012 - Uno sguardo necessario pure alle vite che non nasceranno mai; nella e tra famiglie in modo solidale.

 

 

News Marzo 2012

 

Sulla vita innocente, i “trenta denari” sono più di trenta

 

I trenta denari incassati da Giuda per aver consegnato Gesù, sono serviti, in un incontro di gruppo, come provocazione per un dialogo costruttivo sui temi di bioetica. Perché non tutto ciò che è possibile, è - anche e sempre! - lecito in ambito bioetico. La sinistra laica tace completamente sullo sfruttamento economico che sta dietro a tante questioni di bioetica: perché? Inoltre, in taluni settori della vita politica, non vi è traccia di una denuncia delle tante persone che, all’inizio della vita e innocenti, devono pagare il prezzo di quello che è un business miliardario: perché ?

Tra credenti e non credenti, si potrebbe aprire la via (questo l’auspicio) a uno scambio democratico più fecondo su posizione di valori primari e condivisi come da condividere, primario, è il sacro valore della vita: un dialogo quindi costruttivo   per un nuovo e comune futuro di speranza. Passando dalla “regione della morte alla casa della vita”. Tanto, anche e in particolare, per i meriti salvifici di Gesù Cristo, venduto per trenta denari e, per tutti, credenti e non credenti, inchiodato sulla croce . Secondo Sant’Efrem, diacono, “La croce è il ponte di salvezza con cui Gesù Cristo, il figlio del falegname, trasferì il genere umano dalla regione della morte alla casa della vita” (Dai «Discorsi» di sant’Efrem, diacono, nella “Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano, II vol. , Ristampa 2008, p. 663: Seconda Lettura, Disc. La croce di Cristo salvezza del mondo).Per un nuovo futuro di speranza, il valore della vita, fin dal concepimento, è invendibile.

 

 

News - 13 Febbraio 2012

 

La «custodia» verso gli altri, fin dal concepimento nella loro «integrità» antropologica e sociale.

La «custodia» verso gli altri contrasta con una mentalità che, riducendo la vita alla sola dimensione terrena, non la considera in prospettiva escatologica e accetta qualsiasi scelta morale in nome della libertà individuale.  Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2012.

In questa Quaresima 2012,  per  allargare gli orizzonti antropologici e sociali pure alla soggettività giuridica e trascendente delle gestanti e dei nascituri - che se abortivi e senza battesimo, sono condannati  nell’anima e nel corpo -, proponiamo una «Quaresima di riflessione con la coroncina della “Divina Misericordia”» (Link). Educare alla vita. I grembi non possono essere cimiteri.

In 33 anni di aborto legalizzato dal 1978: quasi  6 milioni di bambini concepiti soppressi!  182.000 ogni anno – 15.000 ogni mese – 505 ogni giorno – 21 ogni ora.

  Mediamente la spesa totale a carico del contribuente ammonta, per ogni aborto legale, a 5000 E.

Passaparola. I grembi siano culle di vita. E di gioiosa speranza. Come il grembo di Elisabetta, laica,  alla visita  solidale di Maria, donna laica  e promessa sposa di Giuseppe, laico e artigiano di Nazaret.

                                                                       

                                                                                Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera

 

 

 

News - di Gennaio 2012

  

Nel "Cortile dei Gentili", con Tommaso d'Aquino e Gino Soldera.

 

Credenti e non credenti, nel "Cortile dei Gentili", alleati insieme per l'antropologia e l'educazione  plenaria della persona e della  vita, fin dal concepimento. Tommaso d'Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa, e  Gino Soldera, psicologo, psicosomatista e Presidente dell'Associazione ANPEP, Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale.

 

Tommaso d'Aquino ("Summa contra Gentiles"):"è necessario ricorrere alla ragione naturale, cui tutti sono costretti a piegarsi. Nell'investigare quindi certe verità mostreremo quali errori esse escludono, e in che modo la verità raggiunta con la dimostrazione, concordi  con la fede cristiana" (Dalla "Summa contra Gentiles" di san Tommaso d'Aquino: "Compito della mia vita, dice l'Aquinate, è esporre le verità professate dalla fede cattolica", I.II. trad. it. T.S. Cent., U.T.E.T. 1975, p. 61 ss.). Benedetto XVI:"Ubicunque et semper", Nuova evangelizzazione, educazione e fede camminano tenendosi per mano. Prima scelta educativa dei genitori è la richiesta di battezzare i figli nella fede della Chiesa.

  

Gino Soldera: Senza voler esprimere giudizi in materia, che non mi competono, come studioso quello che mi sento di dire è che porre seriamente la questione del battesimo prima dell’aborto può essere molto utile per aprire un sano dibattito necessario per risvegliare quelle coscienze spesso assopite da una vita vissuta all’insegna del conformismo-consumismo tipico dell’attuale società.

 A mio parere la questione posta ha un suo motivo d’essere e sarà certamente fonte di futuri approfondimenti.

 Con sincera deferente gratitudine.

 Gino Soldera*

 

 * Gino Soldera ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ) giovedì 24 aprile 2008 10.00.21, a Giacinto Cataldo ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )

 Presidente dell’Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale. Direttore responsabile della rivista semestrale “Il Giornale Italiano di Psicologia e di Educazione Prenatale”. Direttore e docente della Scuola di Vita Prenatale “Adriano Milani Comparetti”. Consigliere internazionale dell’APPPAH (Ass. Americana di Psicologia Prenatale, Perinatale e Salute). Docente a contratto di Psicologia pre e perinatale e di Educazione prenatale al Corso di Laurea per Ostetriche di Trieste.

Pubblicato i libri “Conoscere il carattere del bambino prima che nasca”; "Le emozioni della vita prenatale”: “Educare prima”; “Il pre-massaggio d’amore”; e oltre 90 articoli su riviste nazionali e internazionali. Presieduto, organizzato e fatto parte di Comitati Scientifici di numerosi Congressi Nazionali e Internazionali.

Prima verità investigata nel contesto del cosmo creato,  il valore primario dell'uomo. Battesimo amministrato dalla Chiesa nel grembo materno è pure  "premessaggio d'amore" ai nascituri?

 

 

 

News  di Dicembre 2011

 

 

 

Il battesimo è «la nuova nascita»: diamolo anche ai «bimbi cui viene impedito di nascere».

 

 

 

In quanto persona fin dal concepimento (Dignitas personae, 1), ogni nascituro deve essere considerato «già nato nel grembo materno»; e, “ante partum” fin dallo stato embrionale, deve essere difeso (quanto al corpo e all’anima) «nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2323). Per cui, essendo nato nel grembo materno “con una natura umana contaminata dal peccato originale”, ha bisogno, specie se è in periolo di morte imminente (Can 867 § 2), di ricevere, «senza indugio», il battesimo che è nuova nascita e liberazione dal potere delle tenebre; e quindi, come «ogni altra persona non ancora battezzata» (Compendio del Catechismo CC, 267), mediante la fede della Chiesa e dei genitori, deve essere trasferito «nel regno della libertà dei figli di Dio» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1250).

 

 

 

News  di Novembre 2011

 

 

 

Pensare ai morti senza dimenticare i vivi.

 

 

 

La Chiesa prega per i bambini morti senza battesimo; ma, in particolare, è maternamente sollecita (Can 871), verso «i feti abortivi» che, fin dallo stato embrionale, quanto all’anima e al corpo, devono essere difesi nella loro «integrità». In base all’autorità (Mt 16, 19) e alla missione (Gv 20,21; Mt 28,19) avute, secondo il piano divino (Ef 1, 3-22), la Chiesa, infatti,   è “dovunque e sempre” prolungamento della misericordia di Gesù che, con la vittoria sul peccato, ci ha dato beni migliori (Catechismo della Chiesa Cattolica 420) e, in particolare, la Chiesa è presenza misericordiosa verso ogni madre finanche vincolata «latae sententiae» (Can 1398); perché, in caso di morte, per il bene del figlio battezzando «il divieto è sospeso» (Can. 1335) e, in mancanza del battesimo d’acqua, subentra, per volere della stessa Chiesa, «il desiderio del battesimo» che, in tal caso di urgenza, se formulato per il bimbo abortivo, porta i frutti del battesimo, anche senza essere sacramento: dando così alla madre, contro ogni depressione ossessiva e mortale, la possibilità che, riconciliata con Dio, un giorno, “insieme con la famiglia” riabbraccerà il figlio abortito nel regno della vita che non muore (At 10, 2-48;16,31-33;16,115; 18,8; 1Cor 1,16; 15,29).   .

 

 

 

News di Ottobre 2011

 

 

 

Nascituro e gestante “del giorno dopo”, missionari di grazia per la vita nascente.

 

 

 

Gesù, “il giorno dopo” il concepimento, con il Fiat di Maria diede inizio, insieme con la madre Maria e nell’esultanza (Lc 1 39-45), ad un tirocinio missionario di « tre mesi » (Lc 1, 56); per aiutare non solo Elisabetta gestante avanzata in età e al sesto mes, ma anche per santificare e preparare alla futura missione di «precursore» il nascituro Giovanni. Per tutti, a partire dalla sua Madre Immacolata e dal suo “Battezzatore”, Gesù è il sacramento dell’incontro con Dio. La Chiesa, fedele al comando di Gesù (Mt 28, 19-20), battezza «i feti abortivi, se vivono» (Canone 871) e   insegna che ogni bambino, fin dallo stato embrionale, quanto all’anima e al corpo,   «deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica 2323).

 

 

 

News di Settembre 2011

 

Una novità assoluta, l’embrione come soggetto di diritti.

 

Una «novità assoluta nell’ordinamento giuridico» è stato il «riconoscimento, nella Legge 40, dell’embrione come soggetto di diritti» (www.avvenire.it) in “Avvenire” n. 308 di Giovedì 15 settembre 2011, p. 4 “tutta la vita in Movimento”).

 

Su tale valido riconoscimento, Stato e Chiesa, laici di buona volontà e credenti di ogni popolo e nazione, possono, con tenacia operosa, riorganizzare la speranza di un futuro migliore; offrendo, per rispettiva competenza, la loro solidale, necessaria collaborazione nella verità, nella giustizia e nell’amore. Servire il diritto e combattere l’ingiustizia. Allo scopo di costruire insieme, nell’interesse di tutti e di ciascuno, il bene comune e lo sviluppo integrale, fisico e pirituale della vita, dal concepimento a morte naturale. Perché il declino di ogni popolo inizia quando resta senza nascituri, cioè senza futuro, e quando resta senza anziani, privo cioè di saggezza storica e del necessario discernimento sulla propria identità..

 

 

 

News di Agosto 2011

 

 

 

Il nascituro è da considerare già nato e capace di rinascere col Battesimo.

 

 

 

Il nascituro è da considerare già nato. La giurisprudenza romana del periodo augusteo asseriva che “Nasciturus pro iam nato habetur” (D. 1.5.7). Affermazione questa molto importante a livello antropologico e pregna di rilevanti future conseguenze anche a livello ecclesiale sul Battesimo come “nuova nascita” di ogni persona che, dal concepimento a morte naturale, “ante et post partum”, «è capace di ricevere il Battesimo» (Compendio del Catechismo della CC, n. 257). Infatti «i feti abortivi, se vivono», la Chiesa, «nei limiti del possibile», già li battezza ( Canone 871); riconoscendo a ciascuno di essi, fin dal loro concepimento, «la dignità di persona» (Istruzione Dignitas personae, n. 1) e riconoscendo inoltre che, fin dallo stato embrionale, il nascituro «deve essere trattato come una persona, deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2323). Perché i diritti umani e la vita buona del Vangelo iniziano non “fuori” ma “nel grembo” con il concepimento della persona «voluta per se stessa ad immagine e somiglianza del Dio vivente e santo» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2319).

 

News di luglio 2011

 

Una carta “educativa” ancora tutta da giocare, il grembo materno prima aula scolastica.

 

Il grembo materno, secondo l’antropologia cristiana, è, in assoluto, la “prima aula scolastica ed educativa” della identità, della vita e della stessa redenzione operata con l’Incarnazione di Cristo, «Salvatore del genere umano» (Bolla Ineffabilis Deus di Pio IX sull’Immacolata); inoltre, in assoluto, il grembo è il primo luogo dei diritti nativi di ogni essere umano e il primo contesto “sociopolitico”dei suoi legami validi per crescere su basi solide (Gino Soldera, Le emozioni della vita prenatale, Macro edizioni, Sarsina, Forlì, 2000).

 

La Bibbia, secondo il proprio linguaggio esistenziale e concreto, presenta fra l’altro una specie di pastorale educativa, pedagogica e didattica, in famiglia e tra famiglie, fin dal grembo materno tra madri gestanti e nascituri gestiti. Infatti, la “visita di Maria” gestante al primo mese, ad Elisabetta, gestante avanzata in età e al sesto mese, rivela nel racconto fatto dall’evangelista medico Luca (1, 40-43) una verità importante e significativa anche a livello di psicologia e di educazione prenatale: «Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo, ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”». In famiglia dal grembo della madre, Gesù, - autore del battesimo sacramento della fede e nascituro nel grembo di appena cinque\sei giorni -, ammaestra, per «circa tre mesi» (Lc 1,56), Giovanni il suo futuro “Battezzatore” che è nascituro al sesto mese ancora nel grembo della sua madre anziana. Si presenta a questo punto la domanda cruciale che ricorre frequentemente nei dibattiti sull’aborto, sulla fecondazione extracorporea, sulle diagnosi prenatali e sulla clonazione: l’embrione umano è qualcosa o qualcuno? Il Magistero della Chiesa è già intervenuto più volte, al fine di chiarire e risolvere i relativi problemi morali (cfr. Istruzione Dignitas personae su alcune questioni di Bioetica, 1).

 

Dal concepimento a morte naturale, «la persona umana è stata voluta per se stessa ad immagine e somiglianza del Dio vivente e santo» (CCC, 2319) e pertanto fin dal concepimento, in «quanto persona non ancora battezzata», «è capace di ricevere il Battesimo» (Compendio del CC, 257).

 

Nel contesto socioeducativo dell’antropologia integrale, anche il Battesimo, - sacramento dell’identità cristiana istituito da Cristo e inizio di sviluppo plenario per nati e per nascituri -, resta quindi una carta “ordinaria” ancora tutta da giocare fin dal concepimento sul tavolo della vita e dell’educazione dei nascituri. Del resto, è verità scientificamente accertata che sviluppo e processo educativo iniziano prima della nascita e sulla questione possono farci riflettere alcune considerazioni tratte da un opuscolo informativo dell’Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale (ANPEP): «L’educazione prenatale si pone lo scopo di mettere al centro dell’attenzione il nascituro riconoscendogli da subito un ruolo di protagonista in quanto essere sensibile a tutti gli effetti e quindi in grado di apprendere molte cose già nella pancia della mamma» (Aivanhov O. M., L’educazione inizia prima della nascita, Ed. Prosveta, Frejius, 1985).

 

L’educazione prenatale celebra anche e conferma la dignità (Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem) “insostituibile e altissima della donna” che è all’origine di ogni uomo come culla della vita e prima maestra di ogni figlio concepito. È certamente molto diverso per la società e per il futuro del bambino vivere o non vivere, fin dal concepimento, una maternità in grazia e in buona salute.

 

Le autorità dello Stato e della Chiesa, entrambe presenti ed operanti per quanto di competenza nelle aule scolastiche e nelle altre strutture educative per la salute e per la vita, non possono sorvolare sui primi nove mesi che dentro o fuori del matrimonio ogni umano vive nel grembo materno e al quale, - in quanto persona, ogni società, civile, politica e religiosa, nei limiti del possibile e nella sua propria misura - deve provvedere il necessario per vivere bene e, secondo le fasi del proprio sviluppo, crescere degnamente.

 

Il Gruppo Laico interdiocesano del Sabato Sera

 

 

 

News di giugno 2011

 

Battesimo ai non nati? Impossibile. Il Battesimo è “nuova nascita”, come può nascere uno che non è ancora nato? Impossibile, proprio in ragione della stessa realtà del Battesimo, sacramento che caratterizza la “nascita” di una persona.

 

Manlio S.

 

Risposta:

 

a – Il battesimo, attraverso il sigillo sacramentale, “caratterizza” innanzitutto la persona che viene “concepita” e “nasce”. Infatti San Tommaso d’Aquino dice che «il concepimento e la nascita vengono attribuiti secondo la natura nella quale la persona viene concepita e nasce» (Summa Th. III, q. 35, a. 4);

 

b - La «vita buona del Vangelo» e i diritti umani iniziano non “fuori” dopo il parto ma prima del parto “nel grembo” della madre con il concepimento della persona (CCC, 2319). Inoltre a livello giuridico, sui diritti dei nascituri nella pancia della madre, Giorgio La Pira, già professore di Diritto romano, seppe dire parole importanti e chiare, pubblicate su “L’Osservatore Romano” del 19 giugno 1997 (“Un Seminario a Roma, I nascituri nei sistemi giuridico-religiosi”), in occasione del XX anniversario della morte di Giorgio La Pira. Ecco alcune di queste “parole”: «Il concepito è già un essere umano: una persona umana che, con il concepimento, è già venuta all’esistenza, “Qui in utero sunt …intelleguntur in rerum natura esse”» (D. 1.5.26). «I concepiti sono da considerare come già esistenti, già nati; “Nasciturus pro iam nato habetur” (D. 1.5.7). Il nascituro è da considerare già nato». - Questo principio che la giurisprudenza romana del tempo augusteo introdusse nel sistema dello ius civile, produsse, continua La Pira, un mutamento qualitativo nelle strutture del pensiero sociale e giuridico non solo romano ma altresì della intera civiltà umana, gettando una delle basi universali costitutive dell’edificio dei diritti inviolabili dell’uomo: il diritto alla vita!.

 

c - Del resto, la Chiesa, nella sollecitudine materna, già insegna che: «fin dal concepimento, l’embrione deve essere difeso nella sua integrità, curato e guarito come ogni altro essere umano» (CCC 2323) e, nei limiti del possibile, la Chiesa già battezza i feti abortivi (Canone 871).

 

d - D’altra parte, Dio stesso, che è il “solo” vero maestro (Matteo 23, 8), si prende cura anche del frutto dimenticato delle viscere materne (Isaia 49, 15-16) e, all’occorrenza, chiama i nascituri per nome “fin dal grembo materno” (Isaia 49, 1; Geremia 1, 5; Matteo 1, 21; Luca 1, 31). San Tommaso d’Aquino (S. Th. q 34, a. 3 ad primum), dice che:«supposta l’integrità naturale, il libero arbitrio della creatura nel primo istante del suo concepimento può muoversi al bene meritando, non già al male peccando, “potest moveri ad bonum merendo, non autem ad malum peccando”».

 

e – Nel 1675, durante l’ottava del Corpus Domini, dal13 al 20 di giugno, a Paray-le-Monial, Gesù, nella “meravigliosa e più decisiva rivelazione”, chiese a santa Margherita di celebrare “il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, «una festa per onorare il suo cuore con Comunioni e con onorevoli ammende riparatrici»; perché «dai primi istanti della sua incarnazione, e, cioè, dal momento in cui il Sacro Cuore era stato formato», nel grembo della Madre, «la croce vi era stata piantata e dal primo istante era stato pieno d’ogni amarezza» (Raymond Darricau, Margherita Maria Alacoque, in: “Bibliotheca Sanctorum”, Ist. Giovanni XXXIII dell’Università Lateranense, Città Nuova Editrice, 1967, vol. VIII, col. 805, n. 2). Dal testo e dal contesto di questa manifestazione di Gesù a santa Margherita sembrano derivare non pochi interrogativi e fra l’altro: Se Gesù, Salvatore universale del genere umano, ha cominciato a soffrire già da quando era nel grembo materno e prima ancora di nascere, perché, mediante la Chiesa, non potrebbe applicare i meriti salvifici delle sue sofferenze ivi patite, anche a coloro che, nel grembo materno e prima di nascere, hanno la “necessità” (Canone 849) di essere salvati? Non sembra forse che dall’incontro stesso con il “Battezzatore”, nella Visitazione, possa e debba derivare anche un motivo di sufficiente e “ragionevole” attendibilità che il mandato salvifico di “battezzare” consegnato da Gesù Risorto alla sua Chiesa debba estendersi, specie se in caso di necessità e attraverso la mediazione della stessa Chiesa (di cui la beata Vergine Maria è “primizia” e “modello”), anche ai feti viventi nel grembo della madre e non ancora nati?

 

Il Gruppo Laico interdiocesano del Sabato Sera

 

Ora di Guardia - Ogni 25 del mese alle 17 e 30 c/o La coordinatrice delle Famiglie “Angela Giordano”

 

L'ora di guardia è il Rosario Perpetuo, cioè la lode perenne alla Santa Vergine,praticata da anime generose che si impegnano a recitare per intero in un'ora liberamente scelta il Santo Rosario. Il Rosario Perpetuo assume carattere apostolico, in quanto abbraccia tre intenzioni principali ma non esclusive:(Misteri Gaudiosi) conversione dei peccati, (Misteri Dolorosi) salvezza eterna dei moribondi, (Misteri Gloriosi) liberazione delle anime del Purgatorio.Per i Misteri della Luce introdotti di recente, da Papa Giovanni Paolo // poiché mancanti di un'intenzione principale, il gruppo interdiocesano del Sabato sera, con assistente ecclesiastico Padre GIACINTO CATALDO, si riserva la facoltà di inserire per questa posta l'intenzione per esso prioritaria nella propria preghiera cioè la possibilità di applicare anche ai feti abortivi ancora viventi gli effetti salvifici del Battesimo, Sacramento della luce e unico strumento "ordinario" di salvezza previsto da Gesù Cristo e dalla Chiesa. L'associazione del Rosario Perpetuo ha la sua sede presso la Basilica-Santuario di Santa Maria Novella in Firenze.Inoltre l'associazione vigila affinché tutte le ore del giorno e della notte siano occupate.Attraverso l'Ora di Guardia, si prega in unione stretta anche se invisibile con innumerevoli fratelli e sorelle, elevando con essi un perenne coro di lodi alla Vergine Madre di Cristo e della Chiesa, la Preghiera così diviene Perpetua e unisce tra loro le anime come in una grande corona vivente. E' la comunione dei Santi vissuta pregando. Con la pratica dell'Ora di Guardia si lucra, alle solite condizioni, l'Indulgenza Plenaria nei giorni di:

 

- NATALE;

- PASQUA;

 

- IMMACOLATA CONCEZIONE,- ANNUNCIAZIONE (25 marzo)

 

- ASSUNZIONE, MADONNE DEL ROSARIO (7 ottobre);

 

Sant’Anastasia, 25 febbraio 2009 Coordinatrice delle famiglie, Angela Giordano, Assistente Ecclesiastico, p. Giacinto Cataldo

 

 

 

 

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